Inler che vai, Inler che vieni. O meglio, ritorni. Non proprio subito, tipo Albiol (lo spagnolo partirà coi compagni per Dimaro), perché c’è ancora tutto in ballo e Gokhan ci terrebbe non poco a prolungare l’avventura brasiliana. Inler che è andato con gli altri due connazionali (azzurri), peraltro sicuro del posto nell’undici di Hitzfeld, che è arrivato puntuale. E che tornerà alla base (presto o tardi non si sa ancora) con la voglia completamente intatta di far parte del gruppo azzurro.
COERENZA. Perché nelle tre stagioni partenopee l’elvetico di origini turche non s’è mai smentito. Nonostante avesse accusato cali, sbandamenti, fasi alterne, suscitando anche reazioni poco carine nei suoi confronti, ha sempre ribadito di voler continuare ad indossare la casacca azzurra. Ma poi, andando a ben vedere, non è assolutamente da buttare ciò che ha fatto a Napoli. Anche i numeri sono esplicativi: 133 presenze e 12 gol. Provando spesso a far di necessità virtù visto che, nella mediana a due di Benitez, dove gli è capitato talvolta di sgobbare il doppio, ha dovuto spesso portare la croce e darsi al bel canto. Inler che non è mai sbottato o rinnegato la sua scelta, che non è mai uscito fuori dal “rigo”. Col piglio del Re Leone, anche se poi non tutte le ciambelle gli sono riuscite col buco.
KO AMARO. «La sconfitta con la Francia è stata molto amara, ma non è finita qui. Abbiamo ancora una possibilità e vogliamo sfruttarla appieno. C’è da battere a tutti i costi l’Honduras» ecco gli immediati propositi di riscatto ai vari microfoni e taccuini (Blick in testa), subito dopo il 5-2 subito dai transalpini. Un brusco risveglio dopo l’esordio vincente ai danni dell’Ecuador. Ma non è nemmeno rientrato nello spogliatoio che ha subito ribadito di non voler abbandonare per nessuna ragione il sogno brasiliano. Da capitano vero, pur essendo stato appena coinvolto nella debacle di Salvador. Poco toglie o mette poi il contorno di chiacchiere del presunto gelo fra lui e Behrami, anche perché la rovinosa caduta è stata frutto di una nottata mediocre nonché generalizzata. E poi, il suo pensiero per il post-mondiale è sempre molto chiaro: a dispetto di quelle sirene turche che suonano da un bel po’ (leggi Galatasaray), lui vuole solo il Napoli. Dove c’è Benitez che lo aspetta. Naturalmente a data da destinarsi.
Fonte: Corriere dello Sport
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