La sua esclusione dall’undici iniziale ha contribuito a rendere ancora più acre per il Napoli il sapore della sconfitta di Palermo. Anche da subentrato, però, Manolo Gabbiadini è riuscito ad andare a segno: un goal che non ha riaperto la sfida del Barbera, vinta con pieno merito dai rosanero, ma che ha permesso all’attaccante di Calcinate di raggiungere la doppia cifra in campionato (7 reti con la maglia della Sampdoria e 3 con quella azzurra).
Una felice prima volta per Gabbiadini, reduce da tre marcature di fila. L’ex blucerchiato, che vanta una media-goal fantastica (va a segno ogni 117′, meglio di Tevez e Icardi), si candida ad essere uno dei protagonisti dell’Europa League, che da oggi entrerà nella fase ad eliminazione diretta. Un torneo che, dopo il lungo ‘antipasto’ dei gironi, vede finalmente innalzare il proprio livello di interesse.
Per Gabbiadini, dato per titolare nell’impegnativa (soprattutto per motivi ambientali) trasferta di Trebisonda, si prospetta il debutto assoluto in una competizione europea. Dovesse segnare anche al Trabzonspor, il capocannoniere italiano della Serie A – inserito dal Napoli nella lista Uefa al posto dell’oggetto misterioso Michu – potrebbe aggiungere un’altra medaglia al proprio petto: cioè l’aver segnato in tutte le competizioni stagionali, dopo i 10 goal in campionato e i 2 realizzati in Coppa Italia con la Samp.
Un bel record per una delle punte in sicura ascesa del nostro calcio. Un movimento oggettivamente in crisi per tante ragioni, di natura finanziaria, tecnica e tattica, ma che evidentemente è ancora capace di produrre talenti: oltre a Gabbiadini, basti pensare ai vari Zaza, Berardi e Belotti, giusto per rimanere alla voce attaccanti. Ai giovani bisogna solo dare fiducia, come ha fatto il Napoli col duttile Manolo, per il quale De Laurentiis ha sborsato ben 13 milioni e mezzo di euro: non certo pochi, soprattutto nel cosiddetto mercato di riparazione.
Un attaccante completo, che in alcune movenze può ricordare Altobelli e che secondo il suo scopritore Mino Favini (deus ex machina del settore giovanile atalantino e talent scout di primissimo livello) “ha il sinistro di Gigi Riva“. Il diretto interessato, che in passato ha confessato di ispirarsi all’ex interista Milito, ha dimostrato, soprattutto dal suo approdo a Genova in poi, di saper far goal in ogni modo.
Il bilancio realizzativo di questo campionato, tra Samp e Napoli, parla chiaro: 7 le reti segnate in area di rigore, 3 fuori. Su calcio da fermo Gabbiadini, che ha servito anche 2 assist, ha fatto centro 2 volte. Netta la preferenza per il sinistro, il suo piede naturale, con cui ha segnato 9 dei 10 goal all’attivo. Numeri che dicono tanto e che aiutano ad inquadrare il valore di un ragazzo che al Napoli non poteva e non può limitarsi a fare il vice-Callejon.
“Per me l’importante è essere in campo, il ruolo lo decide il mister“, dichiarò Gabbiadini nel giorno della presentazione in azzurro. La Juventus, già comproprietaria del suo cartellino, è stata un treno perso per lui ma niente drammi: “Non ci sono rimasto male, non mi cambia nulla“, assicurò il 23enne bomber. Un predestinato, che in passato ha attirato l’attanzione di club come Manchester United e Borussia Dortmund.
Non a caso, perchè Gabbiadini è forse il nostro attaccante più ‘internazionale’ per caratteristiche, anche se debutterà soltanto stasera in Europa. Nato come prima punta, è stato riciclato da Mihajlovic in attaccante esterno, preferibilmente sulla fascia destra, da dove converge per cercare la conclusione col suo mancino fatato.
“Vedrete, sarà prezioso sia per il Napoli che per la Nazionale“, è stato il vaticinio di uno che di goal se ne intende, ossia quel Bruno Giordano che in azzurro ha conquistato il primo storico Scudetto del club. Il calcio italiano ha un bisogno quasi disperato di forze fresche. L’eclissi di El Shaarawy, l’infortunio di Insigne e le difficoltà di Destro, costretto a lasciare la piazza romana per incomprensioni con Garcia, spalancano la porta al numero 23 del Napoli, che ha provveduto a blindare il suo gioiellino con un lungo contratto fino al 2019.
“Mi sono sentito subito a casa“, ha confessato di recente un Gabbiadini quanto mai entusiasta per il cambio di prospettive. Benitez si frega le mani: ha trovato un’altra bocca da fuoco per dare l’assalto a quell’Europa League già conquistata due volte (Valencia 2004 e Chelsea 2013). Dovesse vincerla di nuovo, ‘Don Rafa’ eguaglierebbe il record di Trapattoni di tre successi nella competizione. Niente male per un allenatore dal destino tuttora ignoto.
Fonte: goal.com
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