Uno dei giorni più attesi dagli ultrà di tutta Italia è arrivato: il direttore generale della Figc annuncia quello che era nell’aria da tempo, ovvero l’addio alla tessera del tifoso. Almeno mezza serie A – anche il Napoli di De Laurentiis ha più volte storto il naso – si era ribellata e oggi fa festa. La tessera, secondo il Viminale, «ha dato grandi risultati» nelle due stagioni in cui è stata adottata. Ma adesso sarà trasformata in una «fidelity card» così come da qualche tempo auspicato dal nuovo ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri che, in più di una circostanza, ha parlato della necessità di venire incontro ai tifosi e non rendere loro la vita difficile, come successo a volte (troppe volte) in passato.
E proprio per questo motivo la decisione è divenuta per prima cosa occasione di bufera politica. Perché proprio l’ex titolare del Viminale, Roberto Maroni, fautore dell’introduzione perché la riteneva un grande deterrente contro la violenza negli stadi, si è scagliato contro il suo successore: «Hanno vinto le tifoserie ultrà e violente – ha reagito via facebook Maroni – Hanno vinto quelle società di calcio come la Roma (di cui è tifosissima la ministra Cancellieri) che mai avevano accettato le regole» ha aggiunto l’esponente della Lega Nord.
Secondo le intenzioni, dal prossimo anno la tessera – che non si chiamerà più così ma prenderà il nome di fidelity card – si evolve ma non si cancella: sarà meno strumento di controllo e più carta dei servizi, con sconti, agevolazioni e tutto ciò che le società riterranno necessario per aumentare il senso di appartenenza. Un marketing evoluto magari per piazzare biglietti, gadget, servizi e persino vacanze. «La tessera del tifoso manterrà inalterate le sue caratteristiche fondamentali già evidenziatesi negli ultimi due campionati, a cominciare dalla necessità del suo possesso per andare in trasferta a seguire la squadra del cuore e per comprare l’abbonamento», avverte il capo della Polizia Antonio Manganelli. Diverse, però, rispetto al passato le procedure per ottenerla che verranno di molto snellite. Perché per tanti tifosi la tessera era diventata, in qualche situazione, davvero per alcuni una sorta di schedatura supplementare – da qui il no e le contestazioni degli ultrà di tutta Italia e non solo negli stadi – oppure una tessera business.
Ora si volta pagina: «La fidelity sarà – ha spiegato Valentini – meno di controllo e più legata alla responsabilità dei tifosi e dei club, con procedure snellite». Fra i punti in discontinuità con la precedente tessera il fatto che non ci possa essere alcun collegamento bancario, in altre parole il motivo per cui la vecchia tessera è stata considerata illegittima dal Consiglio di Stato. E poi il principio della circolarità della carta, che varrà in tutti gli stadi italiani; la possibilità di utilizzo anche per l’acquisto di biglietti per altre persone.
La tessera – secondo quanto aveva disposto il Viminale con la sua introduzione nell’agosto del 2010- veniva rilasciata dalle società sportive solamente ai loro abbonati e previo nulla osta della questura competente (che comunicava l’eventuale presenza di motivi ostativi, come un Daspo in corso o condanne, anche in primo grado, per reati da stadio negli ultimi 5 anni). Il suo possesso è stato per due anni l’unico modo per poter seguire la partita in trasferta. Ma non solo. Al suo interno c’era un microchip, attraverso il quale appositi macchinari erano e sono in grado di rilevarne i dati a distanza. Chi ne era in possesso «poteva» usufruire di determinati benefici di natura commerciale stabiliti dal club di appartenenza, oltre a convenzioni a livello nazionale con società private. Ed è su questo punto che hanno puntato il dito Codacons e Federsupporter. Le due associazioni hanno segnalato all’Antitrust il fatto che in molti casi la compilazione dei moduli per ottenere la card comportava automaticamente l’emissione di una carta di credito ricaricabile e poi si sono rivolti al Consiglio di Stato che ne ha stabilito la sua illegittimità il 10 dicembre dello scorso anno.
«Dopo due anni di grandi risultati l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive si è reso conto che si poteva dare fiducia alle tifoserie che hanno dimostrato di meritarla – aggiunge il direttore generale della Figc Valentini – facendo appello al senso di responsabilità degli appassionati in maniera sana. Tra l’altro, così si supera l’effetto negativo del messaggio passato all’avvio dell’iniziativa: ovvero di un meccanismo da operazione di polizia». In serata sono stati gli ultrà dell’Alessandria a festeggiare per primi, con uno striscione con la scritta «Maroni abbiamo vinto noi».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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