NAPOLI – Ma c’è quell’«altro» mercato: riguarda le uscite, che hanno un valore tecnico (e però anche economico), che magari possono determinare cambiamenti nelle strategie operative. C’è «quel» mercato che è meno fashion per i tifosi, perché in questo Paese – il calcio – pare sempre esista la necessità dei «nuovi eroi». E comunque il progetto passa attraverso le scelte, alcune difficili, talune inevitabili e qualcuna magari anche dolorosa. Però un tesoretto è in giro per il mondo (la premiata ditta Vargas & company, sulla quale meditare oppure passare all’incasso) e poi ci sono quelli ai quali la stagione ha detto meno bene e induce a pensare che qualcosa possa succedere, pure alla luce delle scelte di Benitez. La vita cambia, in un niente: Valon Behrami, per esempio, è passato dal ruolo (popolarmente attribuitogli) d’intoccabile a quello di panchinaro della metà campo; ora che giocano (quasi sempre) Jorginho e Inler, il ruolo di subalterno potrebbe stargli stretto; come potrebbe essere poco gradito a Dzemaili, che già un anno fa – gennaio 2013 – stava per andare via, al Milan, in uno scmabio con Nocerino saltato proprio sul suonare della sirena.
SCELTE- Le gerarchie hanno un peso, spingono i giocatori a fare delle valutazioni sul proprio status: Britos, arrivato due anni fa per la non modica cifra di nove milioni di euro, ha scoperto di essere ormai il quarto del pacchetto dei centrali di difesa, avendo Fernandez e Albiol la patente dei titolari e ritrovandosi Henrique in ascesa, diventa complicato immaginare uno spazio per l’uruguayano: può capitare di scoprire, e non ci sarebbe da sorprendersi, che ad eventuali ammiratori, venga data la possibilità di parlare liberamente della sua cessione. E’ tra coloro che potrebbero ritrovarsi in sospeso anche Goran Pandev, ch’è professionista ineccepibile ma che viaggia verso in trentuno anni, dunque border line con il profilo ideale del calciatore: piace in Inghilterra, ma si vedrà. E poi c’è Maggio che ne ha trentadue, però occupa un ruolo che tanto in Italia quanto all’estero non offre un campionario di alternative. Zapata è il ponte sul futuro, se ci scappa l’ipotesi prestito, ci sta; ma la valutazione più profonda sarà su Rafael, sulle sue condizioni dopo l’infortunio: un Napoli da grande non può prescindere da un portiere integro da subito e il brasiliano ha già offerto certezze. Però poi s’è dovuto sottoporre all’operazione. Magari può riprendersi altrove, in attesa che Reina.
Fonte: Corriere dello Sport
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