Gli orologi maledetti di Lavezzi. Dalla cassaforte di Iorio alla rapina

Un Rolex – un modello di svariate migliaia di euro – un gioiello di famiglia, almeno a giudicare dalla passione di Ezequiel Lavezzi per gli orologi di valore. Appena mercoledì scorso, è stato il fantasista del Napoli a recarsi alla Dia per chiudere una volta e per tutte la storia dei suoi rapporti di amicizia con l’imprenditore Marco Iorio, quest’ultimo agli arresti dallo scorso trenta giugno in un’inchiesta per riciclaggio. Anche qui l’attenzione su Lavezzi (ovviamente estraneo a qualsiasi ipotesi investigativa nell’ambito dell’inchiesta sul gruppo imprenditoriale della famiglia Iorio) nasceva soprattutto sulla questione degli orologi: prima di lasciare Napoli, era sua abitudine dare in custodia i propri gioielli all’amico imprenditore per motivi di sicurezza, ed è così che alcuni esemplari sono stati sequestrati quando è scattata l’inchiesta Megaride.
Poi, qualche mese dopo Lavezzi ne è rientrato in possesso, riportando a casa sette oggetti tra orologi e gioielli, dopo un rapido passaggio negli uffici della Dia. Pochi giorni dopo è invece arrivata la rapina subita da lady Lavezzi, con una sorta di maledizione che ruota attorno proprio agli orologi. Una specialità del crimine da strada napoletano, a giudicare dagli interventi delle forze dell’ordine. Tecniche di assalto, strade, orari. Probabile che Yanina Screpante sia stata adocchiata all’uscita di un locale pubblico, magari diversi minuti prima di essere aggredita. Seguita e rapinata. Colpi fulminei, non c’è solo Posillipo nella mappa degli assalti predatori, a giudicare dalla cronaca degli ultimi mesi. Rolex, sempre Rolex, specie nella zona del porto, della ferrovia e dell’aeroporto.
Un incubo per i turisti, come sanno bene i parenti di un viaggiatore americano ucciso la scorsa estate mentre tentava di difendersi dall’aggressione di due malviventi a pochi metri dalle banchine del porto. Specialisti nelle rapine di orologi, ma non solo. Il circuito criminale è decisamente più ampio e affonda le proprie radici nel tessuto borghese della città. Se c’è chi compie rapine, c’è anche chi acquista gli orologi, chi sa di acquistare oggetti strappati con la forza a persone indifese. Circuiti del malaffare, dalla strada al polso di gente insospettabile, che torna a sfoggiare un orologio acquistato per poche centinaia di euro rifornendosi da ricettatori ritenuti fidati. Orologi, un circuito fatto di specialisti su cui ora si attendono sviluppi investigativi proprio a partire dal raid di Posillipo.

 

La Redazione

P.S.

Fonte: Il Mattino

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