Il troppo (calcio) storpia: perché tre competizioni stancano, tolgono energia, alimentano la stanchezza, inaridiscono le idee. E poi ci sono le Nazionali, l’eterno viaggiare da un Continente all’altro, l’impossibilità di allenarsi compiutamente, la necessità di dover recuperare e in fretta perché si va in campo un giorno sì e l’altro pure. A volte, i grandi sforzi si sentono: e, inevitabilmente, torna a mente la data d’inizio della stagione (10 luglio), il giorno in cui il Napoli s’è ritrovato a Dimaro per preparare la finale di Supercoppa (in programma a Pechino l’11 agosto). Sarà un caso, e molto probabilmente non lo è, alla distanza una tassa bisogna pure pagarla: perché chi sembra appannato più degli altri è Christian Maggio, tredici su tredici in campionato (con 1162 minuti effettivi giocati, senza infilarci i recuperi) e poi le chiamate di Prandelli, risparmiato (per fortuna sua e per calcolo di Mazzarri) dall’Europa League. Un po’ come Campagnaro, che ha fatto l’en plein in serie A, che ha qualche trasferimento più complicato sulle spalle con la sua Argentina, che giovedì dovrà debuttare (quasi sicuramente) anche in una manifestazione in genere evitata per riprendersi un po’. Quattro mesi si sentono nelle gambe…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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