Diciassette anni e otto campionati senza vittorie. Otto volte gli accidenti e l’amarezza del Napoli (e della città) in trasferta. Otto sconfitte in totale in campionato a Milano con l’Inter, certo, di cui quattro collezionate nell’era De Laurentiis: dalla stagione 2007-2008 alla stagione 2010- 2011. Dalla doppietta di Julio Cruz a quella di Thiago Motta. L’ultimo acuto lo firmarono l’ 11 dicembre 1994 Renato Buso, con deviazione dell’olandese Jonk, e il brasiliano Andrè Cruz, con una delle punizione che della casa erano la specialità. In porta c’era Taglialatela, che parò un rigore a Ruben Sosa, e in panchina Boskov. Poi, collezione di sconfitte, un pareggio in Coppa Italia nella semifinale d’andata del ’97, la C, la B e il confronto che si ripete ancora in A con i contorni del tabù. Di una maledizione da sfatare.
AMLETO MAZZARRI –E allora, spazio alla scaramanzia? Forse sarebbe meglio alla fantasia. Spazio al Napoli di Mazzarri che piace, anzi entusiasma; che è squadra in grado di battere chiunque, soprattutto quando la giornata è quella buona. Da quando il tecnico di San Vincenzo, 50 anni oggi, è sulla panchina azzurra, ogni missione sembra sempre più possibile:appena arrivato, la squadra interruppe subito il lungo digiuno di vittorie in trasferta. E poi centrò l’Europa League passando appena per un play off. Senza contare il più grande dei traguardi: qualificazionediretta alla fase a gironi della Champions League, con l’aria della Coppa deiCampioni che torna a inebriare il popolo dopo un’assenza lunga 21 interminabili anni.
I DUE TENORI –Milano da bere, allora. E via a spazzare lontano la maledizione di San Siro: negli ultimi quattro anni è finita due volte con il punteggio di 2- 1 e due con il punteggio di 3- 1 per i nerazzurri. Con Lavezzi presente due volte nel tabellino. Due, il numero della giornata. Nontre, come i tenori che alla Scala del calcio si presenteranno senza l’ugola uruguaiana di Cavani. Attenti a loro due, allora: il Pocho e Hamsik, che va ancora a caccia di un gol contro l’Inter per completare la collezione privata di scalpi ( sportivi) prestigiosi.
LA CABALA –
E pensare che il numero di maglia di Marek lo slovacco, nonché numero fortunato personale di De Laurentiis, è il 17: come gli anni trascorsi dall’ultima vittoria con l’Inter al Meazza. Beh, mica male come serie di argomenti interessanti. Mica male, alla faccia della cabala. E sia chiaro: sebbene Mazzarri non lo dica, quello di oggi è già un antipasto scudetto. Diciassette anni,diciotto motivi.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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