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Gli azzurri lanciano un messaggio forte all’undici di Vilas Boas

Cavani si conferma l'incubo dei viola

In attesa della grande Coppa, ieri il Napoli si è ripreso un pezzetto d’Europa, vincendo a Firenze (senza lasciare alcun dubbio sui propri meriti) e scavalcando l’Inter al 5° posto. Ha vinto, anzi, ha trionfato, con i guizzi di Hamsik (doppietta di assist), i colpi di Cavani (doppietta di gol) e con quel fantastico contropiede in pieno recupero di Lavezzi, tre fenomeni imprendibili per la balorda difesa viola. Tre fenomeni dentro una squadra che a Firenze è sembrata pronta per affrontare l’avventura più grande della sua storia: per tornare il Napoli che tutti temono, era questo il momento migliore. Ha schiantato la Fiorentina, non ha quasi mai messo in discussione non solo il risultato, ma anche la supremazia nel gioco. Ci sono almeno tre anni di differenza fra la Fiorentina e il Napoli, la prima ancora alla ricerca di un’idea, la seconda con un’idea chiara in testa.

UN FULMINE

– Tre minuti

Hamsik mago, Edinson-gol al 3’ e al 55’, chiude il Pocho nel finale Fiorentina in totale confusione, regge nel primo tempo poi si sgonfia

sono bastati al Napoli per piegare la partita a suo favore. E’ stato quel fenomeno di Hamsik a incenerire la difesa della Fiorentina. Dal suo calcio, che in assoluto è di un livello straordinario, ha estratto un pezzo fantastico, un assist che nessuno poteva immaginare se non Cavani che su quella palla, un tocco verticale poco prima del limite dell’area, è arrivato da solo, senza il disturbo di alcun viola, proprio perché nessuno aveva quella stessa velocità di pensiero. Davanti a Boruc, l’uruguayano non ha sbagliato.
Peggior inizio, per la Fiorentina, non poteva esserci. Già la squadra aveva in campo Behrami con una ginocchiera così vistosa che sembrava un reperto della prima guerra mondiale e Jovetic che non sprizzava energia, anche lui per colpa di un ginocchio malconcio. Preso quel gol, si è richiusa in se stessa per una ventina di minuti, cercando di sorprendere (si fa per dire) la difesa del Napoli (che intanto aveva perso Campagnaro per un problema al polpaccio) con i lanci lunghi di Natali e Nastasic per Amauri. Calcio elementare. Scontato. E soprattutto inutile se il fine, come dovrebbe essere in questo gioco, è la rete avversaria: Cannavaro era sempre nella posizione migliore (con la palla che cadeva lenta dal cielo del Franchi) per respingere di testa. E sempre per un colpo di testa (di Maggio) ha rischiato di incassare il secondo gol: sull’angolo di Lavezzi, Maggio era solo quando ha centrato la traversa.

GLI ESTERNI

– Se il trio di centrocampo, anche per la pessima serata di Montolivo, non produceva niente di interessante, è toccato ai due esterni muovere il gioco dei viola. Per un quarto d’ora, non di più, Vargas ha attaccato con forza Maggio, mentre Cassani ha creato problemi seri a Dossena. L’ex palermitano è stato il primo ad avvicinarsi al gol proprio su cross di Vargas. Dopo lo spavento della traversa di Maggio, la Fiorentina ha capito che non poteva perdere altro tempo e, pur senza brillantezza e soprattutto senza idee, ha cercato di avvicinarsi alla porta di Rosati. Natali ha pareggiato il conto dei pali con un colpo di testa su angolo di Vargas e poco dopo Amauri ha commesso un errore difficile da perdonare: ha tirato, con Cannavaro che lo pressava, anziché toccare la palla a Cassani che era libero in piena area. L’errore più grosso, in fatto di gol sbagliati, l’ha commesso però Britos: solo davanti alla porta, dove c’era arrivato seguendo la traiettoria di una punizione di Lavezzi, ha alzato la palla oltre la traversa, oltre l’immaginabile.

SEMPRE LORO – Per capire il primo gol del Napoli era sufficiente vedere il secondo. Gli somigliava molto, se non gemello, fratello. Di diverso c’era la preparazione: il primo era nato dopo un possesso palla, il secondo invece apparteneva di più allo stile di gioco di Mazzarri, la ripartenza. L’azione è partita da un fallo fischiato, ma non commesso, di Amauri su Britos. Hamsik ha agganciato la palla, alzato la testa e, grazie a Cassani che lo teneva in gioco, rispedito Cavani davanti a Boruc. Gol, ovviamente. Erano sempre quei due, Hamsik e Cavani, i demoni di Firenze. Ma un sentito ringraziamento, da parte loro, deve andare anche alla squinternata difesa dei viola.  Con la pancia piena per la doppietta, Cavani si è trasformato in uomo-assist e, con un diagonale terrificante, ha scatenato Lavezzi, su cui Boruc ha fatto un mezzo miracolo. Il Pocho ha sbagliato un altro gol, ma si è rifatto nel finale con uno scatto di 50 metri, con la palla incollata al piede. Il suo 3-0 è stato di una bellezza travolgente. Già prima si era spento tutto a Firenze, la squadra, lo stadio e le idee dell’allenatore. Non c’era voce e non c’era gioco. Brillava solo il Napoli, di una luce così viva che forse sarà arrivata anche a Londra. Se sta così, se gioca così, il sogno può continuare anche in Coppa.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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