Sette finali (domani all’Olimpico sarà l’ottava) tre vinte, quattro perse, tredici gol fatti, dodici subiti e la stessa identica voglia di cucirsi la coccarda tricolore sul petto. La Coppa Italia e il Napoli, una storia d’amore cementata dai record. L’esordio fu con il botto: prima vittoria e record che finora nessuno è riuscito ad eguagliare. Il 21 giugno saranno cinquant’anni da quella trionfale partita di Roma. Il Napoli del presidente Cuomo è in serie B, appena retrocesso. Lo guida l’ex centrocampista azzurro Fioravante Baldi cui subentrerà Bruno Pesaola: il Petisso, vecchia gloria azzurra in campo, ha carisma anche da tecnico. Ronzon, Mariani, il giovane cetrocampista Gigi Simoni danno la scossa. Promozione e trofeo tricolore e il Napoli è tuttora l’unica squadra di serie B ad essere riuscita nell’impresa. In finale gli azzurri sconfissero 2-1 la Spal. Il Napoli passò in vantaggio con Corelli al 12’, la Spal pareggiò al 15’ con Micheli ma Ronzon al 34’ della ripresa siglò il definitivo vantaggio.
Il Napoli ci riprova nel 1972 contro il Milan. Di fronte a Biasiolo, Bigon, Rivera, Prati allenatore Rocco, ci sono Zoff, Juliano, Sormani, Improta, Macchi. Allenatore Chiappella. A Roma finisce 2-0 per i rossoneri con autorete di Panzanato e gol di Rosato. La conquista della seconda Coppa Italia nella stagione 1975-76, presidente Corrado Ferlaino. È il Napoli di Beppe Savoldi, acquistato l’anno prima per l’allora stratosferica cifra di due miliardi. Un campionato un po’ deludente, dopo il secondo posto dell’anno prima che aveva fatto sognare i tifosi, con alterne vicende anche in panchina con l’addio di Vinicio sostituito da Rivellino e Delfrati. Ma quel Napoli, alla fine quinto in campionato, riuscì a chiudere la stagione con un successo quasi insperato, ovvero la vittoria in Coppa Italia. Gli azzurri stavolta battono in finale 4-0 all’Olimpico il Verona al termine di una partita che cambia volto in tre minuti nella ripresa dal 31’ al 34’. Il Napoli passa in vantaggio per un’autorete di Ginulfi, due minuti dopo raddoppia Braglia, quindi Savoldi prima segna la terza rete al 34’ poi chiude i conti al 41’.
Il Napoli ci riprova nel 1978 contro l’Inter. E gli va male. Eppure Restelli illude dopo sei minuti. Poi Altobelli e Bini fissano il risultato sul 2-1. La pattuglia allenata da Di Marzio nulla può contro l’undici di Bersellini. Devono passare quasi dieci anni per la terza conquista del trofeo tricolore. Una conquista da record. E che record. È la stagione 1986-87 e naturalmente il pensiero di tutti va al primo scudetto della storia azzurra. Ma quella magnifica squadra riuscì anche nell’impresa di conquistare la Coppa Italia vincendo tutte le partite (tredici), comprese le due finali con l’Atalanta: 3-0 all’andata con gol di Renica, Muro e Bagni) e 0-1 al ritorno con rete di Giordano. L’accoppiata scudetto/coppa era un’impresa che fino ad allora era riuscita solo al Grande Torino e alla Juve. Grazie a quel record, il Napoli ha poi potuto conquistare un altro primato che resterà probabilmente nella storia della Coppa Italia: il maggior numero di partite vinte consecutivamente, ovvero 20: le due finali nel girone eliminatorio del 1985-86, le tredici nella stagione 1986-87 e le prime cinque della stagione 1987-88. Gli ultimi due precedenti sono solo delusioni. Si giocava andata e ritorno. Con la Sampdoria nel 1989 Renica, mattatore della Juve in Coppa Uefa, è re di Coppa anche al San Paolo (1-0). Sonora la sconfitta nel ritorno a Genova (4-0) contro i blucerchiati di Vialli e Mancini. Amaro anche il ricordo del 1997 contro il Vicenza. Simoni esonerato perché si era promesso all’Inter, squadra affidata a Montefusco. All’andata 1-0 al San Paolo con gol di Pecchia, al ritorno supplementari per assegnare la coppa ai veneti.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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