Vista l’abilità dei cronisti inglesi nel montare scoop anche quando non ci sono notizie, c’è da ritenere che il topo che ieri mattina, invadendo il campo dell’Hutnik, ha costretto Roy Hodgson ad interrompere l’allenamento (aperto alla stampa) verrà trasformato dai tabloid in una spia, furba e ben travestita, dello staff azzurro. Volete scommetterci? Due giorni fa, del resto, si sono inventati cori italiani pro Capello durante la conferenza-stampa di Joe Hart, sfruttando la scarsa conoscenza della nostra lingua. Ma c’è chi giura che tutto sia stato studiato a tavolino, tanto per dare un pizzico di elettricità in più alla sfida di Kiev.
Allenamento molto animalista, ieri. Questo perché Hodgson, ad un certo punto, ha chiamato a sè la squadra. «La conoscete la favola dello scorpione e della rana?». Silenzio. «Uno scorpione non sa nuotare e chiede a una rana di accompagnarlo al di là del fiume. La rana non vuole perchè sa che lo scorpione la pungerà. Lo scorpione le spiega che se la pungerà annegheranno entrambi. Quando sono a metà della traversata, la rana sente un dolore nella schiena. Lo scorpione l’ha punta. Perchè?, chiede la rana. Sono uno scorpione, è la mia natura». Tutta una storia per spiegare a Gerrard e soci che bisogna esser sempre se stessi, che fingere non porta a niente. Sembra che qualcuno del gruppo abbia chiesto l’aiutino da casa.
Un messaggio comunque legato alla partita di domani, anche se l’intero clan dell’Inghilterra sforna certezze assolute: un po’ tutti sono convinti che la nazionale di Hodgson sia più forte dell’Italia, e che il quarto non potrà che prendere una certa piega. Il primo posto nel girone ha (ri)dato agli inglesi certezze fino a poche settimane fa sconosciute. Un esempio? Il difensore Glenn Johnson ieri ha definito Cassano «un buon giocatore», aggiungendo di «non averlo neppure studiato al video tape», anche se il barese andrà a piazzarsi proprio dalla sua parte. Non lo considera così bravo da dover spendere qualche minuto del suo tempo per informarsi. Lo stesso Hodgson si è lasciato sfuggire che «Capello non mi deve insegnare come battere l’Italia». Nonostante le sue sicurezze, Hodgson continua ad ascoltare le relazioni di Ian Butterworth, la sua spia alle partite degli azzurri, e a guardare e riguardare i video sull’Italia che gli sono stati confezionati da Andy Scoulding e Steve O’Brien, con la supervisione di Gary Neville. Forse perchè non può farne a meno.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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