Ieri in un centro congressi di Roma, l’Ordine dei giornalisti ha organizzato un convegno di aggiornamento. Prove di dialogo fra categorie che si guardano con sospetto. Ecco quanto scrive Gazzetta: “Gli arbitri, con in testa Marcello Nicchi, ci tengono ad aprire: «Magari non sono maturi i tempi per le interviste a fine gara, ma conoscersi è utile. La moviola? Vedremo come sperimentarla, ma siamo aperti, anche se il gioco deve restare fluido. Insieme possiamo lottare contro la violenza. È assurdo che nell’ultimo anno 650 arbitri siano stati picchiati e in quasi tutti i casi gli aggressori fossero tesserati». Giusto, e visto il clima di apertura sorvoliamo su un’uscita non proprio felice su Calciopoli del n. 1 Aia («Sembrava un fatto arbitrale, ma a parte un caso gli altri arbitri sono stati assolti o giù di lì»): perché la prescrizione del reato di associazione a delinquere dell’allora designatore Pairetto, non può essere liquidata così. Ma l’occasione è buona per conoscere gli uomini oltre la divisa. Scopri che Stefano Farina, attuale designatore di B, si arrabbiava quando: «Al lunedì leggevo in pagella: “6, non fa danni”. Ma che commento è? Io mi faccio il mazzo tutta la settimana e poi… Quanti hanno voglia di capire gli arbitri, di ascoltarli? Il problema è il conflitto non il confronto. Serve un ambiente sereno. […] E i protagonisti? Gianluca Rocchi, l’arbitro che fischia più rigori (0,80 a partita contro una media di 0.30, studio presentato dal designatore Messina) dice: «Il fallo di mano oggi è un problema grande. La volontarietà è quasi impossibile da stabilire. E poi l’azione va rivista a velocità normale. Non esiste mai un episodio uguale all’altro. Anche fra noi la vediamo in maniera diversa». Paolo Valeri risponde indirettamente alle polemiche di Zamparini: «Sembrava che nel gol annullato all’Empoli a Carpi, Pucciarelli avesse “soffiato” su Gagliolo, invece lo aveva sgambettato… Bisogna parlare su dati oggettivi. Io in campo quando intuisco di aver sbagliato, una moviola la vorrei. E la sfrutterei. Poi ormai certe cose si sanno in diretta..». Sul problema aggiunge Luca Banti: «I vostri colleghi a bordo campo spesso danno informazioni sbagliate a chi sta in panca. Questo alza la tensione. Così non possiamo lavorare bene. Il telefono io lo tengo spento: dovrebbero farlo anche gli altri addetti…».
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro