Il processo di trasformazione avviene a tutto campo e il Napoli che cresce, che s’impone e che abbandona la serie C e approda nell’elite svolta a trecentosessanta gradi: il fair-play finanziario è un modo di fare, un nuovo profilo d’organizzazione (di progettazione) che ha negli investimenti mirati e nel contentimento del costo del lavoro una priorità.
Il primo colpo è Calaiò, nel gennaio del 2005: è un attaccante promettente, vale circa tre milioni di euro, il Napoli ci crede e l’acquista. In B, Cannavaro arriva a parametro zero e Iezzo pure, ma funzionali alla promozione vengono ritenuti anche Dalla Bona, Bucchi e De Zerbi: c’è dunque una fusione di politica. Ma in serie A, viene imposta un’accelerazione: Lavezzi, Gargano e Hamsik per cominciare; poi Dossena e Cavani; poi Victor Ruiz – che in sé racchiude un’operazione felice, economica e pure tecnica, visto che finisce al Valencia – e ancora Federico Fernandez, ventuno anni quando arriva, e Vargas, che è il pallone d’argento del Sud America ed ha davanti a sé il futuro. La «griffe» che caratterizza è nella contrattualistica: De Laurentiis importa i principi utilizzati nel mondo cinematografico, inserisce negli accordi il riconoscimento al club del diritto d’immagine e apre a una nuova frontiera.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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