NAPOLI – Esserci o non esserci, questo è il problema. Sospirano, si curano, corricchiano e intanto sperano. Perché nessuno degli acciaccati sta malissimo e la partita è di quelle che non puoi perderti. E allora terapie, piscina e un po’ di corsa anche nei giorni del relax, sottraendo il tempo alle cento ore di riposo concesse da Benitez. Maggio, Zuniga, Raul Albiol e Higuain, la diagnosi è fatta, la cura prescrita, la salute in netto miglioramento. Progressivo. Evidente. Però comunque da monitorare. E valutare.
SITUAZIONE – Cristian Maggio c’è. C’era anche ieri a Castelvolturno. Porte aperte per chi voleva. Allenamento per pochi. Ginocchio ok a tempo di record. Dodici giorni giusti ed era in campo. Quasi disponibile. La tentazione era quella di mandarlo già in panchina col Livorno. Poi la prudenza, la saggezza della squadra medica. Il dottor De Nicola capitano, gli altri tutti graduati. Maggio pronto. Da schierare. Seppur sempre tenendolo sotto controllo, accompagnandolo verso il campo. Con cautela. L’intervento è riuscito, la riabilitazione lampo. La tecnica è quella di sempre, che fa invidia a tutti gli altri medici della serie A: guarire e contemporaneamente allenarsi. Risultati eccezionali. Roma-Napoli è per grandi esterni destro: Garcia avrà Maicon, Benitez ritrova Maggio. Lunedì comincia a spingere ancor più. Il ginocchio è sano, i muscoli gradualmente in attività.
GLI ALTRI – La difesa la corsia dell’infermeria azzurra. Lettini più che maglie. Ai lati, a sinistra, c’è Juan Camilo Zuniga. Niente nazionale per lui. La sosta perfetta per gestire conosciuti fastidi al ginocchio. Giorni di terapie, piscina e un po’ di corsa leggera, blanda. Senza accelerare. Gli scatti, Zuniga li farà a Roma. E’ lì che servono. Alla ripresa proverà con gli altri. Inserimento graduale per arrivare a venerdì disponibile. Chissà se anche pimpante. Maggio a destra, Zuniga a sinistra: percentuali in crescita. L’ottimismo aiuta. Come il tempo davanti, le cure giuste e la voglia di esserci. Fondamentale. E che fa sperare anche Raul Albiol. Lo spagnolo non molla mai. Le motivazioni più forti dei dolorini. Che pure ci sono e (più degli altri) tengono in ansia Benitez. Noie all’adduttore. Fastidi che sono un pungolo continuo, un allarme per Roma. Terapie, controlli e sensazioni, tutto si incrocia. La scienza si consulta con le percezioni dello spagnolo. Il dialogo medici-giocatori è fitto. Fosse per lui, Albiol giocherebbe sempre. E’ da un po’ che ha noie: ha stretto i denti, ha giocato, s’è allenato. Ha snobbato ogni spia del corpo. Troppa la voglia di esserci. Ancor più, però, il buon senso dei medici: gioca solo se sta bene e senza rischi. Albiol l’ha capito. Ci proverà fino all’ultimo: percentuali da aggiornare. I prossimi giorni decisivi per capire. Il riposo prescritto da Benitez sembra terapeutico: aiuta, cura, mette in campo. E’ medicina per tutti. Pure per Gonzalo Higuain. Il Pipita freme. Fuori a Londra, tribuna col Livorno e niente nazionale. Ora però la Roma, la sfida che vale il primo posto, l’Olimpico, là dove ha fatto gol questa estate. E vuole giocare. E’ la sua partita. La tabella è fatta. Week end lungo e da lunedì si forza. Spinge. Il Pipita punta la Roma. Sarà Totti contro Higuain. Le stelle, in certe partite, non stanno a guardare.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
L.D.M.
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