Una chiusura senza botto. La campagna abbonamenti del Napoli, terminata venerdì, fa registrare un aumento dei fedelissimi – 15.600 tessere sottoscritte – per un dato tuttavia al di sotto delle attese. Il club partenopeo è abbastanza deluso del risultato, avendo sperato di sfondare il tetto dei 20mila abbonati, superando in tal modo il record assoluto dell’era De Laurentiis, risalente al secondo campionato di serie A, stagione 2008-2009, quando gli abbonati erano 23mila. Rispetto allo scorso anno l’incremento c’è stato, anche se lieve (circa 4mila tessere in più). Lontane invece le cifre dei primi due anni in serie A, quando gli abbonati erano circa 23mila. Il Napoli, tra i top club d’Italia, ha tuttavia meno abbonati di Juventus, Inter, Lazio, Roma e persino Genoa, ed è stato doppiato dal Milan, che con 30.398 abbonati ha il primato della serie A.
La crisi economica, l’aumento dei prezzi (tra il 20% e il 30%), il deterrente – almeno per gli ultrà – della tessera del tifoso, la fatiscenza del San Paolo, il miglior rapporto qualità-prezzo offerto dalle tv a pagamento tra i motivi del calo degli ultimi due anni, in controtendenza con gli eccellenti risultati della squadra. Si calcola che siano invece «solo» 6-7mila i tifosi che, per scelta culturale, non si abbonano perché avversano la ratio della tessera del tifoso. «Ho sottoscritto l’abbonamento in curva B perché per me vedere le gare allo stadio è un rito ed in questo modo mi sono sottratto alle difficoltà di reperire ogni volta i biglietti – svela l’attore e tifoso doc Germano Bellavia – Credo però che, insieme alla tessera del tifoso, abbia frenato il ritardo del lancio della campagna abbonamenti, più anche del costo, visto che si poteva comprare anche a rate». Un altro interessante motivo lo sottolinea un altro attore-tifoso, Peppe Miale, anch’egli abbonato di curva: «Per me è una tradizione, però lo spezzettamento del calendario influisce, perché non si ha la sicurezza di poter seguire le gare anche di sabato. Capisco però le difficoltà economiche delle famiglie: a Napoli c’è un costo della vita ancora abbastanza accettabile, in sé e in media l’abbonamento costa troppo per quello che offre il San Paolo». Conforta, tuttavia, la media spettatori in serie A: con 45.839 unità a gara, il Napoli è secondo solo all’Inter, per non parlare dei pienoni registratisi in Champions. Il prodotto calcio a Napoli tira sempre. Il sistema degli abbonamenti è, evidentemente, per ora fuori moda.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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