Batman forever Napoli nel cuore. E’ tutto condensato qui, e il tutto parte da quel fascio di luce immaginario proiettato dalla porta al cielo con alla sommità il logo dell’uomo pipistrello, impresso con maestria anche sulle maglie da lui create e registrate (quando era in azzurro). Un avviso ai naviganti e soprattutto ai rigoristi, un chiaro segnale di stop agli specialisti dagli 11 metri, visto che quella di neutralizzare i penalty era la non sempre comune pregevolezza di Giuseppe Taglialatela, detto Pino.
Batman forever Napoli nel cuore, perché poi il portierone volante, dismessa la casacca talismano, ha avuto sempre belle e sagge parole per il suo Napoli, e per la città di cui continua quotidianamente a rimirare le curve e scrutare tutti i più piccoli particolari di un golfo inimitabile. Dalla sua isola verde, giusto di fronte. Un tuffo nel cuore, via mare. Siamo in chiusura di stagione e c’è ancora un traguardo importante in ballo: la Coppa Italia. Il classico finale ad effetto. A bruciapelo, qual è il suo pronostico «Si può dire dopo? Ci penso un attimo…» e sorride come sempre, di cuore.
Ma la vedrà all’Olimpico?
«Per carità. Soffrirei troppo. Sono tifoso dalla punta dei piedi alla cima dei capelli. Quando vedo il Napoli mi chiudo in una stanza e soffro, spesso cedendo all’ansia. Dico di più: per me era più facile entrare in campo che guardare gli azzurri in tv. Anzi quando gli avversari attaccano cambio canale”
Ne ha parati tanti di rigori, anche alla Vecchia Signora?
«E’ vero, dovrebbero essere 12 su 26. Ma alla Juve che mi ricordi no. Però ne ho intercettato un paio a Signori, e poi a Casiraghi, Baggio, Zola, Batistuta, Balbo, Chiesa e qualche altro che adesso mi sfugge»
E come faceva?
«Avevo un mio metodo per metà intuitivo e per il resto basato sullo studio e l’osservazione. Diciamo che ero molto attento alle posizioni di partenza dei rigoristi, ma non posso dire di più perché darei troppi vantaggi. Nel caso dovessi incontrare quelli del Napoli però, sarei ben felice metterli a parte della cosa. Anzi, sarebbe una soddisfazione per me essere utile alla causa».
Prima della finale?
«Non penso così presto, tuttavia spero che in caso di rigore o rigori il Napoli possa non avere problemi».
Lo sperava anche quando le sfuggì fra le dita quella Coppa Italia del ‘97?
«Io vissi la notte di Vicenza e mi dispiacque molto di non poter alzare il trofeo al cielo proprio a spese della Juve. Quella del Menti fu una serata stregata. Purtroppo ebbi non poche colpe su uno dei gol del Vicenza (finì 3-0 dopo i supplementari, ribaltando l’1-0 dell’andata): magari si fosse arrivati ai rigori, avrei cercato di superarmi e forse le cose sarebbero cambiate. Però mi consola il fatto che nella semifinale con l’Inter, parandone uno, riuscimmo ad eliminare i nerazzurri».
Restando in ambito “number one”, a Roma non ci sarà Buffon a difendere i pali bianconeri. Sarà un vantaggio per il Napoli?
«Buffon è ancora irraggiungibile. Di certo avrebbe potuto mettere in campo più carisma e sicurezza. Ma Storari si è fatto trovare sempre pronto ed è un portiere molto affidabile. Noi, con Morgan, non siamo di certo da meno».
Ma adesso i migliori nel nostro campionato quali sono?
«Stimo molto Gillet che forse mi somiglia un po’ nel modo di muoversi. Ci sono portieri fortissimi come Handanovic, Marchetti ed uno molto promettente nonché corregionale, Mirante».
Ce n’è anche un altro che sta crescendo. Con le sue dritte, pronto a raccogliere l’eredità paterna
«Lo spero. Il mio Luca ha 16 anni e per ora ha disputato un buon ottimo campionato nell’Aenaria Lacco Ameno, società con cui collaboro nel settore giovanile, oltre all’Ischia di Carlino nella preparazione dei portieri. Sta migliorando molto e per la prossima stagione stiamo valutando un piccolo salto di qualità».
E’ arrivato il momento di tornare alla prima domanda, quella che adesso sta a cuore a tutti: cosa succederà domenica? Un pronostico, please…
«Potrebbe succedere di tutto. Juve al settimo cielo per il tricolore ma, conoscendo Conte, non ancora appagata e con ancora molti colpi in canna. Napoli un po’ deluso dopo il quinto posto in campionato, ma cosciente di aver fatto una grande Champions League. Vorrà a tutti i costi la Coppa. Insomma, per me saranno scintille, e spero e penso che alla fine la spunteremo».
Ai rigori?
«No, meglio prima…»
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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