Quando si dice che l’immaginario delude. Spesso le fiction, le docufiction, i film d’azione e le varie tipologie narrative ci raccontano di eroi – e a forza di raccontarli ci abituiamo a loro, cominciamo a crederci per davvero. C’è un problema in città, in pieno centro o in periferia, al livello del mare, in montagna, in una villetta bifamiliare o in un grattacielo. Dei bruti sequestrano un innocente, i ladri fanno irruzione in un supermercato, in una banca, c’è un parapiglia generale, confusione, poveri bambini in pericolo, donne e vecchiette costrette a subire ricatti violenti, ed ecco che nel momento di peggiore tensione, arrivano i nostri eroi. In coppia o solitari, pronunciano la classica battuta ad effetto, si buttano nella mischia e due o tre mosse strategiche, spesso a mani nude, risolvono la situazione, mettono ordine, danno una lezione con i fiocchi al cattivo e se ne tornano a casa giusto per la cena. Questo è l’immaginario, funziona su tutti gli schermi del mondo Quasi su tutti, a Mugnano no, danno un altro film. Qui la realtà distrugge il lavoro di fior fiori di sceneggiatori, attori e maestri d’armi. Perché se in un campo di calcio si sta svolgendo una partita calda, Giugliano vs Volla; e se durante il primo tempo dei tifosi scavalcano la recinzione e cominciano a picchiare i giocatori del Volla, e per tre minuti va in scena una rissa molto dura, nel senso che i tifosi del Giugliano con sedie (e alla fine pare si uscite le pistole) e pugni mettono in serio pericolo i ragazzi del Volla calcio; se insomma dovessimo affidare la risoluzione del conflitto agli eroi presenti in campo, nella fattispecie due carabinieri, allora dovremmo rinunciare alle nostre aspettative (narrative) e prendere in seria considerazione l’idea che finora l’immaginario ci ha abituati male. Le immagini infatti mostrano da una parte una rissa spiacevole, vigliacca (contro dei giocatori che rientrano negli spogliatoi), una rissa che va avanti per tre minuti. E mostrano (le immagini) i due carabinieri che non sanno che fare, incerti se telefonare per i rinforzi (mentre la rissa sale di intensità) o girare la testa. Attenzione. Per uno sceneggiatore, seduto comodamente nel suo salotto, tutti i beni di confort creativo a disposizione, è facile muovere le sue pedine, i suoi eroi. Diverso è il caso di un campo di periferia, con tifosi violenti per mestiere, decisi a fa valere le regole tribali del proprio clan e muovere quindi all’attacco dell’avversario. Qui, in questo caso, lo scontro è così immediato e violento che i due carabinieri, i nostri eroi non sono preparati, sono più lenti e impacciati degli eventi stessi. Impreparazione? Che almeno provino a fare qualcosa, commenta un telecronista di Televomero mentre guarda le immagini. Ma fare cosa? Buttarsi nella mischia è un abitudine che calza a pennello per gli eroi puri e duri, i nostri carabinieri sono stati messi (e sotto organico) in servizio in questo campo caldo, sono pagati poco, avranno pensato ma dove mi butto? Questi menano e soprattutto non hanno nessun rispetto per l’autorità, perché quei tifosi, come tanti cittadini di queste zone, fin da piccoli nutrono avversione per Stato e affini e dunque non si tirano indietro, anzi sono pronti a dimostrare la loro personale antipatia per le forze dell’ordine. Dunque non ci resta che la rassegnazione? Forse, da Mugnano può arrivare un lezione, e non solo per gli sceneggiatori che contribuiscono a fondare il nostro immaginario. Già è sfortunato il paese che ha bisogno di eroi, ma di certo (il suddetto paese) non può risolvere i suoi problemi di violenza sportiva con solo due carabinieri. Forse ce ne vogliono di più e forse nemmeno questo è il punto. Il punto è che per far fronte a episodi di questo genere, in campo sportivo, è necessario affrontare con serietà, con regole ferme e chiare, la violenza quotidiana, quella, cioè, fuori dal campo. Non ci vogliono due eroi, ma centinaia di bravi cittadini, ordinari, umili e nemmeno esperti di arti marziali. Forse ci vogliano anche sceneggiatori che sappiano raccontare questo eroismo quotidiano, così umano perché umane sono le persone che agiscono ogni giorno, piene di impacci e vari e scoraggianti impicci burocratici.
Fonte: Il Mattino.
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