In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto prof. Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di microbologia dell’ospedale Sacco di Milano: “Zone arancioni e rosse? Questi colori purtroppo mortificano tanti lavoratori. Dobbiamo dire però che siamo in un momento delicato cioè quello delle varianti. Non sappiamo se alcune di queste possano dare un’infettività e una letalità che vanifichino i nostri vaccini. Sulla variante inglese non ci sono troppi dubbi. Per altre varianti qualche dubbio c’è. Allora capite che noi non possiamo permetterci che venga vanificato tutto. Soprattutto non conoscendo il comportamento del vaccino con queste varianti dobbiamo essere calmi. I vaccini? ll problema del vaccino non sono i medici, ma le dosi che non arrivano. Abbiamo dosi minori rispetto a quelle che ci erano state promesse. Non per un problema italiano, ma perché a livello europeo i contratti sono stati fatti con aziende, fatti in maniera un po’ criticabile. D’altra parte è improbabile pensare che avrebbero potuto produrre milioni o miliardi di dosi in così poco tempo. Stadi aperti in Inghilterra? Oggi mi trova un po’ meno ottimista degli altri giorni. L’Inghilterra non è più comunità europea e ha fatto contratti a parte. Sono riusciti ad avere contratti tale per vaccinare un importante fetta di popolazione. L’Inghilterra ha ragione e si può permettere di riaprire gli stadi. Noi non possiamo permettercelo. Noi come tutta l’Europa. Noi siamo al secondo posto per numero di persone vaccinate. Siamo tutti sulla stessa barca, quindi fino a quando questi vaccini non raggiungeranno una percentuale di sicurezza non potremmo permetterci tutto questo. Riapertura stadi in Italia? Ho visto tanti assembramenti senza mascherina fuori lo stadio. Non abbiamo fatto capire alla gente quanto sia importante evitare gli assembramenti. Serve responsabilità: la mascherina devono indossarle sempre tutti, altrimenti non usciamo mai. Se abbiamo tifosi che in clima di proibizione fanno questo tipo di assembramenti, figuriamoci se li riapriamo. Vuol dire che non abbiamo la maturità per poterli riaprire. Immunità di gregge entro giugno? Non possiamo farcela, soprattutto se andiamo avanti con questo ritmo. Draghi? Deve trovare aziende che forniscano vaccini che siano stati approvati. L’auspicio è che vengano fatte subito delle procedure di analisi di altri vaccini in modo da avere più aziende che possano produrre vaccini”
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