È un gran bel Giro d’Italia, quello ufficialmente presentato ieri a Milano allo Spazio Pelota. Di quelli che per varietà di percorsi e scelte paesaggistiche, riferimenti sociali e culturali e memorie ciclistiche, vanno sicuramente ascritti, nella storia, a merito dell’organizzazione Rcs Sport. Parte da una «tre-giorni» in Campania, con Napoli «grand depart» sabato 4 maggio, in una spettacolare ed inedita corsa in linea in notturna che assegnerà la prima maglia rosa, mentre a Posillipo sarà assegnata la prima maglia del Gran premio della montagna. E in successione, con l’attesa cronosquadre ad Ischia, nella Ischia Porto-Forio, e lunedì con la Sorrento-Marina di Ascea, che presenterà i primi assaggi di salita, a Mercato Cilento e a Sella di Catona. Un ruolo fondamentale, questo della Campania, che troverà il segno anche in Policastro, sede di partenza della quarta tappa che porterà a Serra San Bruno, primo arrivo in quota. Il percorso troverà uno snodo chiave nella nona tappa, la cronometro Gabicce Mare-Saltara, di ben 55 km. Si andrà l’indomani a Firenze, nella Sansepolcro-Firenze, per saggiare in anteprima il percorso dei Mondiali. E dopo il primo giorno di riposo, ci sarà l’omaggio encomiabile al Vajont, a 50 anni dalla tragedia della frana che portò via quasi duemila innocenti, con l’arrivo ad Erto (11esima tappa) e la partenza l’indomani da Longarone.
Dopo aver celebrato, partendo da Busseto, i 200 anni dalla nascita di Giuseppe Verdi, il 96esimo Giro d’Italia si preparerà ad una… wagneriana cavalcata finale. Con lo Jafferau (14esima tappa), dove Merckx stravinse nel ’72, e il mitico Galibier, sconfinando in Francia (15esima tappa). E l’epilogo dell’ultima settimana consegnerà i verdetti intermedi della cronoscalata di Polsa (18esima tappa) e di Val Martello (19esima tappa), prima di un fatidico traguardo, quello che riporta il batticuore fra un Merckx invincibile e un Baronchelli arrembante divisi da soli 12″, alle Tre Cime di Lavaredo. Conclusione, l’indomani, in linea, a Brescia. E non a Milano. E anche questa rinuncia, a leggere bene, è una forte scelta di campo. Da Napoli a Brescia, «uno scenario perfetto su cui scrivere un grande canovaccio», come ha dichiarato ieri del suo Giro Mauro Vegni, si aspetta un ciclismo che emozioni ancora. Meglio, ovvio, se sulle tracce di un ennesimo sogno rosa si affacci il talento di un italiano.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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