Troppo forte l’Inter, troppo ingenuo il Napoli. Così finisce un sogno, così si spegne la fiamma tricolore. Nella finale scudetto, giocata ad Abbadia San Salvatore, i Giovanissimi di Ciro Muro, compagno di Maradona negli anni ’80, cedono all’Inter con un netto 4-1, uscendo tra gli applausi. Muro ha ottenuto il massimo da questo gruppo, confermandosi tecnico che sa esaltare le qualità di un vivaio. «Dobbiamo far crescere questi ragazzi – spiega il tecnico – perché è già stata una grande soddisfazione arrivare in finale contro una squadra che ha battuto facilmente Juve e Roma. I miei calciatori hanno dato anche quello che non avevano, hanno fatto di tutto per onorare la maglia. Torniamo a casa molto soddisfatti». A questo gruppo, però, manca ancora la giusta cattiveria, non la capacità di tenere alta la concentrazione fin dal primo minuto, con il colpo subito a freddo che ha condizionato tutto l’andamento del match. Così, dopo cento secondi è proprio da una corsia, quella destra, che arriva il vantaggio dell’Inter guidata dal napoletano Cerrone in panchina, con Cassani che apre il compasso per Taufer, troppo libero sul secondo palo. Alla mezz’ora Bonazzoli firma il 2-0: azione solitaria del centravanti che si libera dei centrali e con la punta infila Mennella. Serve un episodio per rimettere in carreggiata il Napoli ed arriva prima dello scadere. De Iorio si infila tra centrale e portiere e guadagna un penalty che trasforma spiazzando Di Gregorio. In avvio di ripresa, il trend non cambia: l’Inter fa la partita, mantenendo il baricentro alto ed il Napoli cerca di sfruttare la velocità della prima linea. L’ingresso di Lombardi velocizza la manovra partenopea, il Napoli prende metri sul campo, ma, nel momento di massimo sforzo subisce il terzo gol. Taufer viene lasciato inspiegabilmente solo su un fallo laterale, controllo ed assist per Bonazzoli che insacca senza problemi. Poco dopo, Bonazzoli di sinistro firma il 4-1 interista che assegna ufficialmente lo scudetto con sette minuti d’anticipo prima del triplice fischio di chiusura.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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