Negli oltre 15 anni della presidenza De Laurentiis il Napoli è riuscito a competere ad alto livello nazionale e nelle coppe europee, cosa che non avveniva dai tempi di Maradona. Inoltre, da qui sono passati giocatori e allenatori di caratura internazionale che sono stati ben felici di abbracciare il progetto azzurro. Adesso bisognerebbe pensare al vivaio, quel bacino in cui far crescere i futuri campioni. Attualmente il budget investito nel settore giovanile non è paragonabile a quello dei top club europei, anche se i talenti non mancano.
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L’attacco – Lo “scugnizzo” più talentuoso è sicuramente Gianluca Gaetano, attualmente in prestito alla Cremonese. La giovane punta del 2000, dopo aver esordito in Champions League nel 2019 grazie ad Ancelotti, non è ancora riuscita a trovare il giusto spazio di cui necessita per crescere. La speranza per il futuro è che possa dare una mano all’attacco partenopeo contribuendo a farne salire le quotazioni presso Bet 365. Gaetano è dotato di un dribbling irresistibile e un controllo di palla impeccabile. Oltre a essere un vero talento è anche molto attaccato alla maglia azzurra, infatti ha rinunciato ad andare a Liverpool, e il suo sogno è quello di emergere tra i pro per diventare il simbolo della squadra del cuore.
Nella Primavera si è fatto notare un attaccante su tutti, arrivato dal Südtirol nel 2017, Lorenzo Sgarbi classe 2001. Rappresenta il prototipo del centravanti moderno, bravo nel giocare spalle alla porta difendendo palla e facendo salire la squadra. Dotato di un gran fisico e buona tecnica, è bravo nel farsi trovare libero dai compagni senza dare riferimenti agli avversari. Abile nel colpo di testa e nell’attaccare la profondità sfidando gli avversari nell’uno contro uno e in velocità. Ricorda Arek Milik ma, deve ancora lavorare molto per arrivare ai livelli del polacco, soprattutto sulla pressione ai portatori di palla e in copertura dove appare poco convinto.
Il centrocampo – Un altro giovane che si è fatto conoscere dal pubblico partenopeo è Karim Zedadka, franco-algerino classe 2000. Cresciuto calcisticamente nel Nizza, ha rifiutato l’offerta del Leicester per vestire la maglia azzurra nel 2018. Nella primavera ha giocato sia in difesa che a centrocampo, sia centrale che sulla fascia sinistra, dove può sfruttare la sua velocità e la capacità d’inserimento. Ha bisogno di migliorare sia il fisico che la fase di contrasto e recupero palla, dispone però di un buon piede che gli permette di rendersi pericoloso su calcio di punizione. Nel 2019 Ancelotti gli ha regalato la prima convocazione in Serie A ma il suo percorso di crescita non è ancora terminato.
La difesa – A dirigere la retroguardia della Primavera partenopea c’è Claudio Manzi, ischitano di Lacco Ameno nato nel 2000. Centrale dal piede buono, dotato di doti fisiche e intelligenza tattica che gli hanno fatto guadagnare da subito il posto da titolare in maglia azzurra. Una sicurezza in difesa, abile nell’uso della scivolata e nel recupero di palla, è il dominatore dello spazio aereo difensivo. Ha personalità ed energia da vendere anche se a volte non riesce a mantenere la calma. Lo si può considerare uno stopper vecchio stile, di quelli che “mordono le caviglie” agli avversari, a cui difficilmente permette di toccare palla. Ha già ampiamente dimostrato di essere pronto per un’avventura a livello pro.
Un altro difensore che ha attirato le attenzioni della prima squadra è Alberto Senese, terzino ambidestro nato a Giugliano nel 2000. Molto dotato fisicamente e con un ottimo colpo di testa, si è messo in mostra soprattutto sulla fascia sinistra ma può giocare come difensore a tutto tondo. Ha ampi margini di miglioramento ed è uno di quelli su cui presto il Napoli potrà puntare, soprattutto per la sua abnegazione al lavoro e voglia di essere tra i protagonisti.
Da questa lista si può vedere come la società partenopea stia cercando di far crescere il suo vivaio e, oltre ai gioielli campani, stia investendo su talenti provenienti da tutta Europa. Il Napoli può vantare infatti di aver sfornato giocatori come: Sepe, Maiello, Ciano e Lorenzo Insigne. La missione è quella di continuare su questa strada, magari con una struttura dedicata ai giovani tesserati, creando così una fucina di campioni all’ombra del Vesuvio. Per portare il Napoli nell’Olimpo del calcio europeo.
Fonte: Pexels Autore: Enzo Abramo Licenza: Pexels License
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