Il tasto centrale della MaGiCa, premiatissima ditta che partiva dal Pibe e finiva con Carnevale prima e con Careca in seguito. Il trio delle meraviglie, nel quale Bruno Giordano da Trastevere fece in modo impeccabile la sua parte, in tre stagioni (85/88), 101 presenze e 37 gol, con Scudetto e Coppa Italia. Ma pure una marea di assist. Per quei tempi un bomber atipico, imperversante su tutto il fronte d’attacco e soprattutto dotato di repertorio completo: dalla velocità, al tiro, al palleggio, il dribbling. Completo, ecco l’aggettivo giusto. Così come Higuain? «Sì certo, potrebbe essere. Anche a me piaceva giocare la palla, fare assist, dialogare, finalizzare. Diciamo che in campo parleremmo la stessa lingua». Ma ora è un bel po’ che il Pipita non segna in campionato: sono sette turni, ai quali ne va aggiunto uno della scorsa stagione. «Capita anche ai migliori, credetemi. A me è capitato nella Lazio, ma anche a Napoli. Ci si allena bene e poi si resta all’asciutto nelle partite, anche per questione di centimetri, per aver fallito un rigore, per aver scheggiato un palo. Capita, eccome». Nel caso del Pipita ci potrebbe essere anche una componente di nervosismo, non trova? «Innegabile che il nervosismo monti quanto più non si riesce a far gol. E’ proporzionale, ma in modo inverso, è una reazione automatica». Ha contato anche la delusione per l’uscita dalla Champions già dai preliminari? «Potrebbe, certo. Ci sarà stato pure quello che si definisce contraccolpo psicologico, ma reputo Higuain un professionista esemplare e quindi sono certo che presto ne uscirà». E come? «Giocando come sa, provando a farlo con gioia e leggerezza, senza cercare il gol in modo forsennato. Ma, ripeto, non glielo devo spiegare io. Lui già lo sa, e aggiungo che è perfettamente inutile stargli col fiato sul collo. Anzi, fargli pesare la cosa è controproducente». Avrebbe bisogno di una pausa di riflessione secondo lei? «Assolutamente no. I campioni devono sempre giocare, a meno che non siano infortunati». Casomai affiancandogli uno Zapata? «Se il modulo di Benitez lo prevede, perché no. Higuain è un top player che va al di là degli schemi, l’ha dimostrato sia in nazionale che nel Real. Ma non penso che questa sia una delle opzioni preferite dal tecnico. Bisogna solo pazientare un po’, e intanto continuare a dargli piena fiducia. Per me non farà meno di venti gol».
Fonte: Corriere dello Sport
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