Ai microfoni di Calciomercato.com è intervenuto Bruno Giordano, ex calciatore del Napoli e presente in quella storica sfida tra Napoli e Real Madrid del 1987. Ecco le sue parole:
“Si tratta di un sorteggio sfortunato, tra l’altro io l’avevo previsto. Il Real, come il Barcellona e il Bayern, è una delle squadre più temibili d’Europa. Poi nel calcio ci può stare tutto, certo è che al Napoli, essendo arrivato primo nel suo girone, poteva andare sicuramente meglio”.
La piazza come reagirà a questa doppia sfida? “Per la piazza vivere due serate del genere sarà straordinario: poi ripeto, nel calcio tutto è possibile. Mi viene in mente ad esempio il Chelsea che vince la Coppa dei Campioni ai rigori dopo aver pareggiato all’ultimo minuto e dopo aver disputato un girone non all’altezza. Sono situazioni che possono evolversi. Dal punto di vista tecnico il sorteggio rimane non benevolo, ma per i calciatori e lo staff saranno due partite da ricordare per sempre, quelle che ognuno nel mondo del calcio sogna di giocare. Chiaramente vale anche per Sarri, che ha compiuto una scalata incredibile in pochi anni”.
Lei ha avuto modo di giocare una sfida del genere, nel 1987, in un doppio scontro di fuoco: ci ricorda qualcosa di quella partita d’andata, a Madrid, in un Bernabeu deserto?
“E’ stata la prima storica partita del Napoli in Coppa dei Campioni. L’andata si giocò a porte chiuse, in uno scenario incredibile per una partita di calcio: loro andarono in vantaggio con un rigore di Michel e raddoppiarono a causa di un autogol di De Napoli, noi in realtà creammo pochissimo, a parte due tiri miei. In realtà sbagliai anche un gol abbastanza clamoroso: dribblai il portiere ma tirai alto. E’ strano da dire, ma fu colpa delle porte chiuse: la porta bianca sulle gradinate bianche, vuote a causa dell’assenza di pubblico, mi fece sbagliare. Si può dire che fu un 2-0 meritato”.
Il ritorno fu invece una partita che entrò nella storia del Napoli. Ci spiega il motivo?
“Fu una partita sensazionale: si giocò davanti a 83.827 spettatori, un record che entrò di diritto nella storia del calcio napoletano. Tra l’altro, la situazione incredibile fu che ben 15-20mila spettatori rimasero fuori dallo stadio: si narra, e io ho potuto verificarlo, che ogni biglietto fu venduto due volte. Dominammo la partita, andammo in vantaggio con Francini, poi per un errore a metacampo subimmo il gol del pareggio da Butragueno, che sanci la nostra eliminazione. Ricordo tuttora quel primo tempo come uno dei migliori mai giocati da una mia squadra in carriera”.
L’ambiente vi aiutò a reggere il confronto?
“Fu una serata storica e bellissima, col San Paolo stracolmo e tanti applausi a fine partita, nonostante il pareggio. Fu un peccato, perché se fossimo andati avanti potevamo arrivare fino in fondo, con la squadra che avevamo. Si trattò anche in quel caso di un sorteggio sfortunato, poi ai tempi la Coppa era ad eliminazione diretta, non c’erano i gironi. Si qualificavano solo le squadre che avevano vinto i rispettivi campionati, era la vera Coppa dei Campioni”.
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