Bruno Giordano, 108 gol nella Lazio e 37 nel Napoli, oggi allenatore dell’Ascoli dove aveva chiuso la sua carriera da giocatore, è l’ex grande centravanti che spiega i problemi di un attuale grande centravanti, Gonzalo Higuain, rimasto a secco contro il Borussia e più in generale poco incisivo nelle ultime partite.
Vista la partita di Dortmund, è giusto dire che al Napoli è mancata la qualità dei suoi due attaccanti?
«Sì, è giusto. Si sono visti poco, a sprazzi. Soprattutto Higuain non è lo stesso giocatore che conosciamo, che abbiamo visto protagonista nel Real Madrid, nell’Argentina e anche nel Napoli a inizio stagione. Non è al massimo della condizione fisica, forse sta pagando ancora l’infortunio. Non è lui non solo quando il pallino è in mano all’avversario, ma anche quando il Napoli attacca».
E’ il giocatore su cui il Napoli ha investito per la sua crescita internazionale. «E per questo è il giocatore che, in partite come quella col Borussia, deve dare qualcosa di più. Dal sostituto di Cavani ci si aspetta proprio questo. Però è giusto aggiungere che non è stato solo Higuain a non essere all’altezza, ma tutta la squadra. Per uscire imbattuti da quello stadio, contro un avversario importante, dovevano giocare tutti quanti allo stesso livello di Reina». Undici su undici al top, non è facile. «Non è facile per nessuna squadra italiana. Questa è la Champions League. Oggi il nostro calcio è in grande difficoltà di fronte a quello tedesco, spagnolo e inglese. Abbiamo deficit di personalità, di mentalità, di consapevolezza e soprattutto giochiamo a ritmi troppo bassi. In Italia, i giocatori sono sempre per terra perché sanno che gli arbitri otto volte su dieci fischiano la punizione. All’estero, invece, non funziona così. Gli arbitri utilizzano un metro di giudizio differente. Per questo non mi sorprende la sconfitta del Napoli».
Secondo lei, Higuain rende di più con Pandev o con Hamsik? «Non credo che un centravanti del suo valore avverta tanta differenza fra l’uno e l’altro. Sono due giocatori di ottimo livello tecnico. Il problema è che in questo momento né Pandev né Hamsik hanno una buona condizione, come il resto della squadra. Sotto l’aspetto della forma, stanno bene davvero solo Behrami e Reina».
Potrebbe giocare, Higuain, anche con due ali ai fianchi senza il rifinitore alle spalle? «Sì. Il 4-3-3 è nelle corde del Napoli. Se Hamsik sta più indietro. Higuain e due esterni offensivi possono rendere lo stesso al massimo».
Nelle ultime 3 partite, la squadra di Benitez ha segnato solo un gol. E’ un dato che preoccupa. «E’ un dato che stride con la qualità dei suoi attaccanti. Oltre a Higuain, ha giocatori come Insigne, Pandev, Callejon, Mertens, tutta gente che può fare gol. E’ una squadra pensata per attaccare e anche le scelte di Benitez inducono a una formazione proiettata in attacco».
Due soli mediani e quattro giocatori d’attacco. «A Dortmund, per inviare un messaggio chiaro alla squadra, Benitez ha portato in panchina anche Inler: voleva cercare il gol. Ma un conto è la mentalità e un conto è l’impatto sulla partita».
Altro dato interessante: degli ultimi 4 gol, il Napoli ne ha subiti 3 in contropiede. La ragione sta nel modulo, cioè nella presenza di due soli mediani, o nella squadra che, quando perde palla, non aiuta la difesa? «Ipotesi numero due. I due mediani devono essere sempre accompagnati dagli esterni, ma in questo momento Callejon e Insigne aiutano poco la fase difensiva».
Però continuare a prendere gol in contropiede non è da grande squadra. «Si sa che il Borussia è fortissimo quando parte con la palla al piede e con spazi ampi. Quanto al gol di Cassano, è stato bello, certo, ma in quel caso ha sbagliato la difesa a correre tutta indietro nella propria area».
Il Napoli è in crisi? «No. E’ una squadra che sta attraversando un momento opaco. Però non dimentichiamoci che in Champions League può fare 12 punti quanti l’Arsenal, che è in testa alla Premier League, e il Borussia Dortmund, che è vice campione d’Europa. Fosse finito in un girone… normale, magari sarebbe già qualificato».
Lunedì c’è Lazio-Napoli, la sua partita. «Si incontrano due squadre ferite, non al massimo della forma. Il Napoli deve riprendere la corsa per lo scudetto e guardarsi, al tempo stesso, dall’Inter e dalla Fiorentina; la Lazio deve puntare all’Europa League, che ora sembra un obiettivo lontano».
Dal Napoli all’Ascoli. Quanto a problemi, nemmeno voi vi fate mancare niente… «Già. Però sono contento del lavoro, la squadra mi segue. E poi era ora che rientrassi in corsa».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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