Goran risponde a Mario. E in una domenica a tratti da incubo, con il thrilling dell’avvertimento di Balotelli spedito da Milano, Pandev ha risolto in un colpo solo tre questioni: il Ramadan personale, durato centosessanta interminabili giorni; quello del Napoli, senza vittoria da cinque partite di campionato; e la paura matta, realtà amara fino a nove minuti dalla fine della partita con l’Atalanta, di perdere il secondo posto. Momento più opportuno non poteva scegliere, Goran, per tornare re.
VALORE INFINITO – E allora, decisivo. Di nuovo e finalmente, avrà pensato lui stesso dopo il flash nella porta di Consigli. Fa il 3-2, Pandev, e al traguardo della maratona liberatoria sparisce sommerso dall’abbraccio dei compagni. Una coperta umana, su di lui, ma le mani libere a vibrare un gesto che spiegherà così: «Intendevo dire: non ci credo. Ho segnato!». E’ andata. E’ fatta. Maledizione sfatata dopo centosessanta giorni. Oltre cinque mesi senza gol. L’ultimo era datata 7 ottobre, con l’Udinese al San Paolo, e anche in quel caso fu un colpo (da biliardo) da tre punti. Quello di ieri è stato più semplice, certo, ma il valore della terza rete del macedone in campionato è infinito.
CARO MARIO – Da Milano, nel frattempo, l’ex collega interista di Triplete, Balotelli, oggi rossonero e inseguitore, coronava la doppietta e la vittoria del Milan con una minaccia (sportiva) bella e buona: «Riprenderemo il Napoli la prossima volta». Pandev, che dalla sua ha anche l’esperienza di chi sa che il calcio è una scienza mai esatta, sorride e saluta Mario: «Per ora siamo secondi noi. Speriamo di esserlo anche alla fine del campionato». E ancora: «Non so chi sia più forte, ma di certo loro hanno una grande squadra: non muoiono mai e continueranno a crederci fino alla fine. Guardiamoci le spalle e non poniamoci limiti: restano nove finali da giocare».
CHE GIOIA – La prima è andata in archivio ieri bagnata dallo champagne. Una bottiglia stappata e bevuta tutta d’un fiato da un San Paolo quasi atterrito: «L’Atalanta ha dimostrato di essere forte e cinica, considerando che ci ha punito nelle sole due occasioni concesse, ma anche sprecando tanto nel primo tempo ce l’abbiamo fatta. Era troppo importante, non vincevamo da cinque partite: abbiamo giocato molto bene e soprattutto abbiamo conquistato tre punti fondamentali». E lei, signor macedone, ha messo in calce una firma pesantissima: «Sono molto felice di essere tornato al gol, è ovvio, ma credetemi: lo sono di più per la squadra».
TANTE GRAZIE – Anche il Napoli è più che contento di aver ritrovato i colpi e i gol di Pandev. Il genio sregolato, la delizia di un sinistro fatato che, se continuerà a girare come ieri o magari anche meglio, risulterà decisivo nella volata finale. «Venivo da un periodo difficile, ma in campo e in allenamento ho sempre dato il massimo per il Napoli». Mazzarri, che ha fondato su di lui il dopo-Lavezzi, non lo ha mai scaricato: «Voglio ringraziarlo, non ha mai smesso di sostenermi nonostante i miei infortuni». Sì, perché una caviglia lo ha tormentato. «E dico grazie anche alla gente e ai miei compagni: hanno tifato tutti per me». Da oggi lo farà anche il suo popolo: gli toccherà guidare la Macedonia nel doppio impegno verso il Mondiale 2014 con il Belgio (venerdì a Skopje e martedì 26 marzo a Bruxelles).
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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