E voi, adesso, vorreste dormire, con l’adrenalina che scorre nelle vene e si mischia con il sangue blu? Volo AZ 8047, l’epicentro dell’universo: e il più grande spettacolo dopo (e prima) del week-end, è una recitazione senza veli di se stessi, di ragazzi costretti (troppo spesso, quasi sempre e non soltanto di domenica) a travestirsi da uomini fatti, lasciando sul divano di casa la leggerezza dei vent’anni. Valencia è già un puntino perso tra le milleluci che s’intravedono dai novemila metri; Vila-Real, la carissima nemica, è invece avvolta in una scia azzurra che arriva dall’alto dei cieli, tra quelle nuvole gonfie di slang, con la testa che va a ritmo di musica: è qui la festa; e perché mai, amigos, vorreste appisolarvi, proprio ora che c’è da osservare un mondo tutto nuovo spalancato in sei irripetibili partite?
E’ la notte delle stelle, è la notte tra le stelle, e non c’è verso di chiudere gli occhi, perché ora bisogna viversela per quel che si può, lasciando andare le diavolerie moderne a palla governata da un Lavezzi goliardico, e spassandosela a ritmo di «tu vuo fa’ l’americano». Musica, maestri, e il pocho che non t’aspetti, pantaloncini della tuta alla zuava e una solarità altrimenti soffocata, è una scarica d’allegria dietro l’altra per dettare il ritmo, manco fosse a «el Madrigal». L’Europa è laggiù, ormai ai piedi degli eroi di una città gioiosamente sfiancata, e in quello spicchio d’aereo c’è un pieno d’euforia incontenibile che Camilo Zuniga comprime sotto una coppola di baseball ed esprime duettando con Lavezzi e con Aronica, aspettando che il pirata , De Sanctis, alle sue spalle, dia il via alle danze, con la bandana azzurra in testa, le mani che invitano la platea degli sponsor e dei tifosi al seguito a partecipare, e l’allegria contagiosa che s’espande.
TRA LE NUVOLE – E chi se la scorda più, la notte degli ottavi della Champions, il girone della morte ch’è vita nuova, uno spaccato imprevedibile di rivoluzione calcistica? E allora, però con moderazione, senza mai esagerare, via l’abito ufficiale e avanti con la spensieratezza, facendosi dondolare dall’aereo più «pazzo» d’Europa, il contenitore dell’estasi. Mazzarri è in prima fila, a divorar giornali, a lasciare che lo stress di quell’ora e mezza da leoni evapori; e Bigon e Fassone, il diesse ed il dg, parlottano ed osservano, e ovviamente ascoltano appagati l’eco distinto dell’euforia. Da Manchester al Villarreal, dal Bayern al Bayern, dal Manchester al Vila-Real è stata un’impresa e adesso che non c’è traccia del pessimismo diffuso, ora che s’è dissolto ufficialmente, definitivamente, qualsiasi paura, perché mai negarsi una battuta in libertà? E’ il tempo di liberarsi, uno spuntino e via, tramezzini oppure la crostatina, un succo da bere, e un viavai ordinato tra le file per raccontarsi un dettaglio sfuggito, notare il pocho che allunga una maglietta a Tommaso Starace, il magazziniere che le storie del Napoli le è attraversate proprio tutte, per un ragazzo; lasciare che una bimba vada oltre il protocollo e possa lasciarsi autografare la propria sciarpa da Cavani; e poi atterrare con leggerezza su Napoli che intanto aspetta in cinquemila a Capodichino. E mentre il motore ha già smesso di rullare, l’applauso dal fondo dell’aereo e un coro tenero e riconoscente che: «Grazie ragazzi». Non c’era nessuno che voleva perdersi un volo e una notte così.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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