Vittorie, sconfitte provocate dal turnover, addii prima della fine del campionato, sfide scudetto andate male. Gigi Simoni nella storia del calcio italiano e anche in quella del Napoli ha vissuto tutto questo. Il settantatreenne tecnico di Crevalcore, che ha cominciato ad allenare nel 1974 e ha smesso solo nella stagione scorsa, al Gubbio, conosce certi momenti.
Come ci si rialza dopo due batoste come quelle subite dal Napoli?
«Il calcio è fatto di eventi positivi e negativi. Il segreto sta nel non esaltarsi troppo come nel non deprimersi troppo. Il Napoli è una squadra che ha fatto buoni risultati e ora magari attraversa un momento particolare».
Cosa si dice ai giocatori?
«Drammatizzare il meno possibile e avere fiducia nella squadra. Poi attenzione a qualche giocatore che non avendo grande personalità si butta giù. Mazzarri è un allenatore preparato, che vive il calcio a 360 gradi. Sa cosa dire quando si vince e come sollevare l’ambiente quando si perde. Una partita a Torino si può perdere. E poi…».
E poi?
«Se l’incrocio dei pali di Cavani fosse entrato avremmo parlato di un altro risultato. Il calcio è così. Il Napoli poteva essere pari o addirittura tre punti avanti rispetto alla Juve. Sono episodi».
Il Napoli può vincere lo scudetto?
«È molto difficile a meno che non accada un miracolo. La Juve è ancora la squadra favorita. L’Inter sta rientrando. Roma e Lazio hanno ottimi organici. Solo il Milan mi sembra tagliato fuori. Quella del Milan mi sembra una storia davvero complicata».
Lei è d’accordo con il turnover spinto che adotta Mazzarri in Europa League?
«No. Io non cambiavo molto sia in coppa Uefa che in coppa Campioni. Partivo da un ragionamento. Il campionato è lungo e posso rischiare un giocatore perché se perdo una partita ne ho tante per recuperare. La Coppa no. Se perdo sono fuori».
Mazzarri ha anticipato che probabilmente a fine anno si fermerà. Giusto dirlo a questo punto del campionato?
«Premesso che ognuno può fare ciò che vuole, oggi un discorso sul futuro non serve, secondo me. Al futuro si pensa alla fine del campionato, non oggi. Oggi devi pensare alla prossima di campionato, non a quello che sarà. Mazzarri è stato un mio giocatore. È un ottimo allenatore. Dove ha allenato è andato bene».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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