Un bomber di alcuni anni fa interrogato sul Matador:
Riva, non è che c’è troppa responsabilità sulle spalle di Cavani?
«È giusto che sia così; è lui che deve garantire i gol alla squadra, è lui che nel bene o nel male può cambiare il destino di una partita. È il ruolo dell’attaccante: da sempre, in primo piano, c’è chi deve fare gol. Poi mi sembra che con la partenza di uno come Lavezzi, sempre molto attaccato alla palla, Cavani ne abbia tratto persino beneficio».
A chi somiglia il bomber uruguaiano?
«I paragoni mi lasciano sempre perplesso. Diciamo che lui ha caratteristiche diverse da molti attaccanti moderni: a me sorprende la sua enorme generosità. Per esempio, mi ha stupito la sua grinta l’altra sera: in fondo era solo una partita di Europa League ma lui di perdere non voleva saperne e ha trascinato l’intera squadra a una rimonta fantastica».
Potenza, tiro, progressione: qual è la sua dote migliore?
«È bravo in tutto, ma la sua qualità principale è la concretezza. I suoi gol a volte sembrano molto semplici, perché davanti alla porta non sbaglia quasi mai: d’istinto o di classe, di rimpallo o di forza, lui in area di rigore segna sempre».
Caratterialmente è un taciturno, proprio come lei.
«È vero, poi anche in un’altra cosa mi sembra possa assomigliarmi: sentiamo tantissimo la tensione della partita, ma poi in campo lui come me appare un tipo imperturbabile. Non si esalta e non si deprime mai, sa vivere ogni situazione senza drammatizzare. Come me».
Se va avanti così, raggiungerà presto Maradona.
«È bravo, è giovane e oggi si giocano più partite che nei vecchi tempi. La cosa, comunque, non credo disturberà Diego: il record finirebbe in buone mani, anzi in buoni piedi».
Può vincere il Pallone d’oro?
«Se segna con questa frequenza sì, anche se di solito c’è bisogno anche di un palcoscenico internazionale: per questo spero che il Napoli vada avanti in Europa League e possa lottare per lo scudetto».
Come vede questo campionato?
«Molto equilibrato. Non penso a un duello Juve-Inter anche perché con un Cavani del genere sarebbe un vero peccato. Senza dimenticare la Fiorentina».
Non è che essere troppo dipendenti dai suoi gol può essere un problema?
«Chi lo ha acquistato ha poi costruito un Napoli su misura. Io penso che anche un campione abbia bisogno di una squadra alle spalle: è così per Messi nel Barcellona o per Cristiano Ronaldo nel Real Madrid».
La squadra di Mazzarri ha qualche lineamento della squadra di Scopigno con cui vinse lo scudetto del ’69?
«La simpatia. Per questo verso Cagliari e Napoli sono simili. Poi per il resto è impossbile mettere a confronto due squadre a distanza di oltre 40 anni».
Lei, lombardo, simbolo del Cagliari. Edi, uruguaiano, simbolo del Napoli.
«È una questione d’orgoglio. Ecco, è la parola giusta: orgoglio. È vero, sono lombardo ma mi sentivo un sardo, mi sento come loro. Cavani e il Napoli sembrano avere la stessa simbiosi».
Il Napoli farebbe bene a puntare anche all’Europa League?
«Vincere in Europa è bello e prestigioso. Ma per farlo occorre avere delle rose molto ampie. Però gli ultimi risultati nelle Coppe sono confortanti: il nostro calcio non è messo così male».
Riva, quando ritorna in Nazionale?
«Dopo 25 anni a fare sempre la valigia avevo bisogno di staccare. Ma penso che a inizio del 2013 qualcosa succederà…».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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