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Gigi Di Biagio: «La mia finale maledetta, ma stavolta sarà diverso»

Il ct della nazionale under 20 ricorda il match di Euro 2000 con i transalpini

Era in campo nella finale degli Europei del 2 luglio 2000 a Rotterdam, quella persa 2-1 con la Francia con il golden gol di Trezeguet. Gigi Di Biagio, ex Roma e Inter, due Mondiali con l’Italia, è oggi selezionatore dell’Under 20.
Di Biagio, cosa ricorda di quella sconfitta-beffa?
«Eravamo convinti di vincere la Coppa, giocammo una splendida finale. Ricordo quando uscii, a circa 20’ dalla fine, gli applausi scroscianti dei tifosi italiani, il clima di festa che stava per esplodere, poi è andata come sappiamo, purtroppo. Non è una ferita ancora aperta perché sono abituato a guardare avanti. Come, nel ’98, il mio rigore sbagliato nei quarti con la Francia mandò in fumo un Mondiale sino ad allora perfetto, nel 2000 non avemmo la fortuna dalla nostra parte. Sono però orgoglioso di quello che ho fatto con la maglia dell’Italia, certo di aver dato tutto insieme ai miei compagni. Il passato non si può cancellare, sono fiero di aver partecipato alla storia della Nazionale, comunque».
Questa Italia di Prandelli può vendicare quella di Zoff?
«Certo, è quello che ci auguriamo tutti. Auspico che stavolta la finale finisca in modo diverso, speriamo di vincerla, noi italiani insieme ai calciatori. Sarebbe però un motivo di festa più che di vendetta».
C’è qualche elemento che accomuna le due nazionali a dodici anni di distanza?
«Il forte senso di appartenenza che c’era e che noto esserci in questa squadra. Anche allora come oggi ci davano per spacciati, nessuno dava credito alla Nazionale di Prandelli ed invece con le idee e con il passare del tempo è venuta fuori un’Italia forte, unita e che esprime un calcio piacevole».
Dica la verità, se l’aspettava in finale contro la Spagna?
«È un grandissimo risultato, forse nessuno se l’aspettava. Questa Italia è arrivata in fondo nonostante mille problemi, Prandelli ha creato un gruppo importante, i ragazzi si stanno comportando in maniera eccellente, stanno emozionando tutti noi italiani».
Da selezionatore a ct quanti e quali sono i meriti di Prandelli?
«Ha insistito su un gruppo consolidato, ha portato avanti i suoi concetti di calcio propositivo indipendentemente dal sistema di gioco, ha grandi meriti, come li hanno gli azzurri, è giusto dividere gli elogi tra tutti i componenti della Nazionale».
La doppietta alla Germania restituisce al calcio un altro Balotelli? 
«Vedendola dall’esterno la doppietta può essere la svolta della sua carriera, ma dall’interno Mario è un ragazzo molto più semplice di quello che può sembrare, sta diventando un riferimento sia per i bambini che per gli adulti. Certo, potrebbe cambiare alcuni atteggiamenti, ma è più semplice da gestire di quanto si pensi, perché sta maturando».
Di Biagio ha visto crescere anche De Rossi e Pirlo, i perni della mediana azzurra che già l’hanno vendicata battendo ai rigori, a Berlino 2006, la Francia…
«Stanno facendo molto di più di quanto abbia fatto io, per carità… Sono molto contento per loro perché li ho visti maturare da vicino, i progressi di Andrea quando giocavo nell’Inter e i primi passi di Daniele nelle giovanili della Roma. Faccio il tifo per loro».
Pirlo merita il Pallone d’Oro?
«Sappiamo che è un premio che passa attraverso tante cose, innanzitutto è legato ad alcune vittorie importanti delle squadre, quindi speriamo bene… In ogni caso certamente farà parte dei candidati, lo merita».
Oltre a loro è anche l’Europeo di Cassano…
«Quello che sta provando lo sa solo lui: qualche mese fa era impossibile pensare ad una sua partecipazione ed invece si ritrova in finale. La sua è una storia unica, sono felice perché gli voglio un bene dell’anima e gli auguro il meglio, ha vinto la sua sfida e se la deve godere come merita con la moglie e con il suo bambino».
Da allenatore che partita sarà Italia-Spagna?
«La questione tattica è molto interessante, perché l’Italia giocherà in modo diverso rispetto alla gara del girone, dove pure fece bene. Il 4-3-3 iberico può andare maggiormente in difficoltà con il rombo italiano, dipende anche da come funzioneranno i meccanismi di gioco, l’ideale è rivedere i tempi ammirati con la Germania. Al di là degli schemi conteranno tuttavia il cuore e l’atteggiamento in campo. Immagino che la Spagna avrebbe voluto evitare di incontrarci, sarà dura per noi, ma anche per loro».
La Spagna è, insomma, battibile?
«Per quest’Italia sì: servirà lo spirito visto nelle ultime due partite con Inghilterra e Germania, a questo punto può farcela e lo spero. Forza azzurri».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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