La partenza sprint del Napoli è dovuta a vari fattori. Prima di tutto dallo scatenato Cavani che fa la differenza. Se non hai il bomber che segna a raffica non si vincono i campionati. Solo l’attaccante, però, potrebbe non bastare. Anzi, non basta. Credo che la vera forza degli azzurri è la difesa che non prende gol. Finalmente la retroguardia è all’altezza della situazione. Le prime sei giornate di questo torneo dimostrano che quando si prendono pochi gol si può ambire a qualcosa di importante. C’è molta differenza rispetto all’anno scorso. Nella passata stagione non si sapeva perché si subivano così tanti gol. Oggi sono tutti più concentrati e sulle palle inattive non ci sono distrazioni. Se vogliamo parlare di meccanismi di marcature allora devo parlare di Behrami e di Inler. Quest’ultimo fa meno il regista e si abbassa di più per consentire all’altro centrale di portarsi più avanti. Ho letto da qualche parte che Inler è il Pirlo del Napoli. Non bestemmiamo. Gokhan, giocando più basso si dedica in special modo alla chiusure. Così facendo dà una mano alla fase difensiva a livello centrale. Lateralmente Zuniga è migliorato molto in fase difensiva, prima giocava troppo per lui. Cura di più la copertura il colombiano, quindi Mazzarri può contare sull’uomo in più. Tutte queste componenti consentono a De Sanctis di non subire troppe reti. Mettendosi in nove dietro la linea della palla poi si aprono e partono in contropiede. Per quanto riguarda la conquista dello scudetto si deve aspettare. Mentre il Napoli l’anno scorso non aveva le seconde linee adatte per la doppia competizione oggi la Juve per la Champions ce l’ha. Il fatto stesso che se gioca Quagliarella o Matri non è un problema significa che Conte può vantare una rosa molto equilibrata. Il fatto stesso che hanno ridicolizzato Zeman la dice lunga sulla forza bianconera. Anche se il boemo ha sbagliato lo schieramento. Avevamo tutti il sentore che Cavani sarebbe esploso nuovamente. Molti dicevano che se fosse andato via Lavezzi il Matador avrebbe avuto problemi a segnare. Per il momento non è così. La verità è che Edi è cresciuto atleticamente in una maniera incredibile. È cresciuto anche psicologicamente. A Palermo, purtroppo, arrivava davanti alla porta e calciava fuori, oggi segna pure dagli spogliatoi con la maglia del Napoli. Tatticamente è sempre lo stesso, si fa in quattro per tutta la squadra. L’ambiente gli vuole bene. Il Psv ha delle tradizioni a livello internazionali ma ultimamente ha zoppicato molto. Ha perso in Ucraina. Ha vinto in campionato con l’ultima in classifica che non fa testo. Il Napoli2 non dovrebbe avere troppa difficoltà ma in certe situazioni serve un po’ di esperienza internazionale. Va bene fidarsi di tutti, ma in certe circostanze serve anche la forza tecnica. L’Udinese può dare fastidio, la squadra friulana si completa con Di Natale. Avrà le sue buone ragioni Guidolin a metterlo fuori ma senza di lui diventa difficile segnare. È vero che negli ultimi anni il presidente Pozzo ha incassato almeno novanta milioni di euro per le cessioni fatte ma tutti i calciatori partiti sono diventati grandi grazie a Toto. L’eliminazione dalla Champions è stata una brutta botta. Nel calcio si dice che la squadra è l’espressione dell’allenatore ma di solito le fortune le fanno i grandi campioni.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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