Non riesco ancora a capire veramente il perché della sconfitta di Torino con la Signora. A posteriori si possono fare delle ipotesi ma restano tali perché non c’è la controprova. Una cosa è certa, la Juve era più motivata, aveva più fame di raggiungere il Milan a differenza del Napoli che doveva agguantare la Lazio al terzo posto. I bianconeri sono stati più bravi sul piano tattico e caratteriale. Era al top a livello atletico. I bianconeri hanno annullato le ripartenze degli azzurri. L’intelligenza di Conte è stata quella di bloccare i tre Tenori con un pressing asfissiante con il fallo tattico e i raddoppi. L’attacco è stato fermato non per demeriti propri ma per meriti altrui. Secondo me sarebbe servito un contropressing. Nel momento in cui erano bloccate le punte, dovevano scaricare sui centrocampisti i quali a loro volta dovevano girare le seconde palle aiutati dalla linea difensiva. Va detto che sul piano psicologico gli juventini, nel momento in cui hanno trovato il gol su una palla inattiva, si sono caricati ancora di più e il Napoli si è demoralizzato. Aggiungiamoci l’infortunio di Maggio e il gioco è fatto. Come in altre gare spostando Zuniga è stato spostato a destra e De Ceglie ne ha approfittato. Forse si poteva lasciare il colombiano a destra, spostando Campagnaro a sinistra e buttare nella mischia Fernandez. Molto probabilmente, anche se avesse giocato Dzemaili al posto di Hamsik e Pandev dall’inizio, la partita si sarebbe persa lo stesso. Ma si tentava qualcosa di diverso. Non dico di cambiare il modulo perché l’allenatore non lo farà mai. Ma qualche tentativo si poteva fare. La Juve per essere imbattuta significa che ha qualcosa in più del Napoli. Si poteva affrontarla con più prudenza avendo una linea difensiva più bassa aggredendo in ripartenza. Ma questo sempre alla luce della partita. Può anche darsi che i giocatori, nel momento in cui il primario obiettivo era la Champions e sono stati eliminati, non hanno avuto la forza per reagire. Bisogna cercare di valutare partita per partita quello che dovrà essere l’obiettivo principale per il futuro. Guardiamo avanti. Anche perché la Roma avanza. Lo Juventus Stadium ha fatto la sua parte. Lo posso dire per esperienza vissuta quando quei tipi di campi possono regalare dei punti in più. Per dare maggiore forza a questa cosa faccio un bel passo indietro. Quando allenavo il Catanzaro nel ’74. il campo aveva la pista, io andai dal presidente e insieme ci battemmo con il Comune per eliminare la pista d’atletica. Portammo i gradoni a ridosso del campo del terreno e le cose cambiarono. Da allora persi il primo anno per poco la promozione, poi ci riuscì dopo. Ho perso due tre volte in casa su cento partite. Il campo è determinante. Ho allenato il Genoa, anche a Marassi c’è lo stile inglese. Ma va anche valutato un altro aspetto. Secondo voi in Inghilterra nessuno dovrebbe perdere in casa? Dipende molto da cosa hai dentro. Devo dire, però, se il Napoli dovesse avere uno stadio del genere allora si potrebbero avere dieci punti in più. Il Napoli non deve perdere la partita con la Lazio. Purtroppo gli azzurri non sanno giocare per difendersi. Il pacchetto arretrato attuale preoccupa. Per come ho disegnato quel match, posso dire che il Napoli con la Lazio farà una grande partita. Se giocherà Pandev non lo so, ma con i tre Tenori ci sarebbero più possibilità di aggiudicarsi la gara. Il Napoli ha carattere, abbiamo visto che quando deve reagire lo fa bene. Il merito è dell’allenatore. Ha fatto bene, benissimo. DIpende anche da Reja che conosce bene i vecchi suoi calciatori.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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