«Con Lavezzi il Napoli è un’altra squadra. Nel gioco di Mazzarri l’argentino è fondamentale, credo anche più di Cavani». Gianluca Pagliuca, 39 presenze in Nazionale e una finale mondiale giocata a Pasadena, nel 1994, persa ai rigori con il Brasile, ora è commentatore per Mediaset Premium.
Che momento vive il Napoli?
«L’ho visto col Bologna, mi pare una squadra un po’ stanca. L’avevo previsto: gli azzurri hanno svolto una preparazione per puntare a una partenza a razzo, visto che avevano l’impegno della Champions. E ora stanno lo stanno pagando».
Gli ottavi sono un traguardo prestigioso?
«E aggiungerei meritatissimo. Senza dubbio il mio amico Walter ha mostrato all’Europa un calcio spettacolare, regalando a noi italiani un senso di orgoglio per il modo con cui ha affrontata il Bayern e il Manchester City».
Eppure al suo ex ct, Sacchi, il gioco di Mazzarri continua a non entusiasmare?
«Non saprei. Sacchi è sempre stato un tipo particolare, un po’ pignolo, insomma lo conosciamo tutti. A Mazzarri piace il contropiede? Perché il Real Madrid di Mourinho come gioca? A me sembrano due squadre molto simili».
Mazzarri sarà felice del paragone con lo Special One?
«Fa di necessità virtù. Non ha un centravanti-boa e allora sfrutta le caratteristiche dei suoi giocatori».
Però in campionato il Napoli paga dazio?
«Inevitabile. Credo che il discorso terzo posto sia un po’ compromesso. Il ritorno di Lavezzi con il Siena darà entusiasmo e fantasia, ma ho qualche dubbio».
Di che genere?
«Quando uno subisce un infortunio muscolare e sta fuori un mese, al rientro ha sempre qualche esitazione, qualche paura in più che lo blocca».
Potrebbe andare in panchina?
«Sono certo che Mazzarri non lo farà mai. Anche perché certe paure passano solo giocando».
E Pandev torna tra le riserve?
«Bell’impiccio. Non è facile escludere uno che nelle ultime settimane ha avuto un rendimento così elevato. E fossi in Mazzarri non metterei da parte neppure Inler».
Non è che l’ex udinese stia brillando.
«È un giocatore fondamentale. Come Gargano. Poi a centrocampo non è che ci siano molte alternative».
La rosa non è un po’ limitata?
«Io credo che sia una scelta giusta: se hai 30 giocatori sono di più quelli con il muso lungo che passano il tempo a remare contro che quelli che ti danno veramente una mano».
Insomma, un Napoli con i quattro fenomeni lì davanti come lo vede a Siena?
«Col Novara mi ha deluso. E la squadra di Sannino non è il test ideale perché il Siena gioca molto coperto. Ecco in questo senso Lavezzi può avere un ruolo fondamentale».
De Sanctis sta avendo una carriere lunga com la sua?
«È bravo. Più passano gli anni e più, per stare in alto, bisogna sudare. Nelle ultime stagione raddoppiavo il lavoro. Ma mi sono sempre divertito».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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