Un certificato medico e un sospetto. Una diagnosi ed una ipotesi investigava. Alle ore 9 di ieri mattina, Matteo Gianello non era presente nel palazzo della Figc. Doveva raccontare, lui unico che avrebbe ammesso la tentata combine ai magistrati della procura di Napoli, cosa era successo alla vigilia di Sampdoria-Napoli. Giannello, però, è rimasto a casa sua. A Venezia. Al suo posto un certificato medico che parla di «coliche renali». E una telefonata al suo avvocato. Non è un colpo di scena, ma l’assenza dell’ex portiere del Napoli sorprende, e non poco, il suo legale, l’avvocato Eduardo Chiacchio. «Deve stare molto male per non essere venuto qui. Mi ha detto che ha perso cinque chili ma sarebbe stato meglio per tutti, per lui e pure per il Napoli che fosse venuto». Chiacchio è uno dei massimi esperti italiani di diritto sportivo. «Lo stanno criminalizzando, ma lui si sta comportando bene. Ha difeso tutto e tutti, altro che… Smentire? Non vedo come sia possibile alla luce di quello che ho letto. Fosse per me valuterei il patteggiamento: una condanna morbida sarebbe l’ideale. Anche per il Napoli che ne trarrebbe grande giovamento: rischierebbe il minimo del minimo. Forse solo una piccola ammenda».
Ma non c’è solo il processo sportivo e la carriera di allenatore dei portieri in bilico in caso di squalifica pesante. I guai veri vengono dall’inchiesta della procura di Napoli dove è indagato, ed è l’unico tra gli azzurri e gli ex azzurri, con chiusura dell’inchiesta ormai notificata, preludio del possibile rinvio a giudizio.
In sede penale lo assiste il celebre penalista Vincenzo Maria Siniscalchi che, nei giorni scorsi, ha presentato una memoria scritta ai pm napoletani chiedendo che Gianello venisse nuovamente ascoltato. L’avvocato Siniscalchi racconta: «Ho sollecitato io un nuovo interrogatorio: rileggendo il verbale di quello precedente durato circa cinque ore sono rimasto assai sorpreso dalla decisione dei magistrati di indagarlo. È necessario che Gianello spieghi meglio». L’appuntamento col pm Vincenzo Ranieri era previsto per giovedì. Ma è saltato pure questo per la malattia del portiere. In sintesi: l’ex portiere avrebbe proposto a Grava e Cannavaro (che negano) di perdere con la Samp. Ricevendo un netto rifiuto (Grava e Cannavaro negano anche questo). Ai suoi presunti complici, Giusti e Cossato, al telefono dice: «Non ci stanno». È intercettato. Davanti ai pm Gianello prima nega poi ci ripensa: «Ricordo ingenuamente di aver parlato…». Da ieri si sa anche che Gianello era pedinato da un poliziotto. Siniscalchi spiega: «Solo chiacchiere di spogliatoio, nulla di rilevante penalmente. Spiegherà per bene le cose appena starà meglio». E conclude? «Patteggiare con la giustizia sportiva? E perché? Vedrete che verrà assolto anche da quella ordinaria».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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