Scintille azzurre. Non c’è pace in casa Napoli dopo la deposizione di lunedì alla Procura Figc di Matteo Gianello, ex terzo portiere azzurro, che ai procuratori ha ribadito la sua versione sulla presunta combine di Sampdoria-Napoli 1-0 del 16 maggio 2010. Alla presenza del suo legale Eduardo Chiacchio, Gianello ha «confermato quanto detto alla Procura di Napoli». In breve: per aggiustare la gara avrebbe chiesto la sponda di Paolo Cannavaro e Gianluca Grava, offrendo soldi ma «Cannavaro e Grava diedero immediatamente e con estrema decisione risposta negativa».
Le difese di Cannavaro e Grava vanno al contrattacco e valutano in queste ore, ciascuna per conto proprio, la possibilità di denunciare Gianello per diffamazione, sostenendo a spada tratta la linea consolidata: la proposta indecente non è mai stata fatta. Il tutto mentre Mattia Grassani, legale del Napoli, interviene a sua volta sulla vicenda.
E partiamo da qui. Cioè dal Napoli. Il legale della società azzurra Grassani interviene a Radio Kiss Kiss durante «Radio Gol» e spiega che dopo le parole di Gianello «la posizione di Grava e Cannavaro si complica, ed ora non si possono escludere conseguenze anche per la società. Le parole di Gianello dinanzi alla Procura Federale hanno un peso maggiore dal punto di vista del diritto sportivo. La prova acquisita ieri è una prova concreta, ora è possibile che Grava e Cannavaro vengano risentiti. Ora spetterà alla Procura Federale fare le valutazioni tra la versione di Gianello e quella esposta da Grava e Cannavaro. Chiaramente sarebbe preferibile che questa vicenda sia definita prima dell’inizio del campionato, per avere così certezze prima dell’inizio della stagione. Se dobbiamo essere sottoposti a giudizio è giusto che questo si esaurisca in tempi brevi». Come dire: stavolta la cosa si complica, si decida subito.
Ma sono invece le difese dei difensori Cannavaro e Grava, per restare in linguaggio calcistico, a piazzare stavolta il contropiede, non escludendo di procedere per diffamazione contro l’ex terzo portiere. Così Luciano Ruggiero Malagnini, legale di Paolo Cannavaro, contrattacca: «Vogliamo capire chi è Gianello e stiamo valutando una diffamazione. Gianello ha prima parlato di un colloquio con Cannavaro e Grava. Poi, in una memoria, aveva smentito di aver detto quelle cose a Paolo e Gianluca. Poi, ancora, di fronte a un’intercettazione ha cambiato di nuovo versione e dice che è vero. Non vorrei, quindi – prosegue Malagnini – che Gianello oggi diventi un pentito peloso. Vuole passare per uno che collabora pure. Se avesse avuto sempre una linea, allora sarebbe stata la sua parola contro quella degli altri… Invece è contraddittorio, da quanto ci è dato capire. La nostra posizione è stata sempre la stessa davanti agli inquirenti ordinari e sportivi: Gianello non ha mai rivolto quella proposta a Cannavaro, anzi Paolo ha detto che lo avrebbe denunciato se lo avesse mai sentito».
Malagnini replica poi alle parole di Grassani: «Farebbe bene a non formulare sentenze prima del tempo, faccia l’avvocato del Napoli e non di altri dai quali non ha avuto incarico».
La stessa linea d’attacco la mette in campo l’altra difesa, quella di Gianluca Grava, che è assistito dall’avvocato Luisa Delle Donne: «Stiamo valutando di denunciare Gianello per diffamazione. Lui prima dice una cosa e poi ritratta, penso che il suo sia un tentativo di beneficiare del patteggiamento come pentito. Davanti alla giustizia ordinaria – insiste la Delle Donne – Gianello ha dato due versioni: ha parlato di tentativo di combine, poi ha ritrattato. Mentre per noi le cose non sono mai cambiate: ribadiamo la completa estraneità di Grava».
Per la cronaca, la gara del 2010 finì 1-0 per la Samp, segnò Pazzini, Gianello non era neppure in panchina. La Procura di Napoli ha già archiviato. È la Procura di Palazzi, ora, in divisa da arbitro a dover decidere. Il Napoli potrebbe rischiare un punto in classifica o un’ammenda ma non l’Europa League.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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