Da Giandomenico Mesto, il Napoli si sarebbe aspettato qualcosa in più, specie in fase offensiva. Ma l’ex genoano, che ha superato i trent’anni, tranne la prestazione contro i suoi ex compagni di squadra, impreziosita da un gol ed un assist, ha lasciato alquanto a desiderare. Pur giocando abbastanza, quindici gare di campionato e sei di Europa League, non si è mai distinto per brillantezza e spirito di iniziativa. Fin troppo compassato nell’azione, a disagio nel superare l’uomo, leggermente più ordinato in fase di ripiegamento. Insomma, appartiene alla schiera dei nuovi ricambi che avrebbero dovuto aumentare la competitività del gruppo e che invece si sono rivelati poco più produttivi dei loro predecessori.
Mesto ha avvertito il peso di dover rimpiazzare un compagno che gioca in nazionale, quello di agire in una formazione del tutto sperimentale in Europa League ed infine una condizione atletica mai ottimale per una serie di circostanze.
Per Mazzarri resta comunque una pedina preziosa, magari da inserire in taluni momenti di una gara particolarmente impegnativa sul piano tattico e soprattutto quando occorre presidiare la fascia destra piuttosto che sfruttarla per la fase offensiva.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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