Protagonista d’un Napoli vincente e poi anche allenatore in maglia bianconera. Giancarlo Corradini le emozioni di vigilie come queste ne ha vissute tante. E’ un esperto, insomma. Ne conosce i segreti e può raccontarli. E allora, Corradini, queste ore che dividono dalla grande sfida di domani sera si vivono allo stesso modo a Napoli e a Torino, oppure no?
«No, si vivono in modo differente. Per il Napoli, dai tempi in cui per tutti la squadra da battere era la Juventus, questo match ha un sapore assai particolare. E l’attesa dei tifosi inevitabilmente si trasmette ai giocatori. Alla Juve no. Alla Juve l’importanza della gara dipende da due cose: da quanto per la classifica conta la partita e, ovviamente, dal momento degli azzurri».
Quindi?
«Quindi stavolta anche la vigilia della Juve è particolare. I bianconeri che hanno assolutamente bisogno dei tre punti, infatti, sanno che avranno di fronte una signora squadra. Sì, gli elementi per una vigilia ad altissima tensione emotiva questa volta ci sono veramente tutti. E per tutti».
Ma di questa partita che ricordi ha? Ce n’è uno in particolare che le piace raccontare?
«Ce ne sono due Il primo: quando nei quarti di quella coppa Uefa che poi andammo a vincere a Stoccarda, dopo aver perduto per due a zero a Torino anche per colpa d’una mia autorete all’ultimo secondo, vincemmo al ritorno per tre a zero. Gol di Renica a un minuto dalla fine del secondo supplementare. Il boato del San Paolo e la felicità della gente non potrò mai dimenticarli. Lo racconto e mi emoziono ancora».
E l’altro?
«Quando andammo a Torino e vincemmo cinque a tre. Quel giorno ebbi la certezza d’essere arrivato davvero in un grande club e in una grande squadra. E per me, ex Toro, che venivo da tanti derby perduti con la Juve fu una soddisfazione enorme».
Dal passato al presente. Che partita sarà domani sera: soprattutto una grande sfida tra la difesa più forte che c’è in campionato e la forza dell’attacco azzurro?
«M’aspetto una grande partita, ma non solo per questo. La prevedo bella e spettacolare perché s’affronteranno due squadre che non si nascondono, che preferiscono il gioco d’attacco a quello di difesa, che cercano il gol e la vittoria a tutti i costi. In questo, Napoli e Juve si somigliano parecchio».
Dovesse scommette sugli uomini-partita di domani sera, su chi punterebbe?
«Beh, questo non è complicato. L’attacco del Napoli, si sa, è straordinario. Hamsik, Cavani e Lavezzi da soli o tutti assieme possono decidere una gara in tre secondi. Nella Juve, invece, il più importante è sicuramente Pirlo. Se fermi lui hai già bloccato mezza squadra. Anche se non è semplice fermare un campione come lui».
Si sbilanci: quest’anno è più facile che il Napoli arrivi al terzo posto, oppure che la Juve vinca lo scudetto?
«Quanto tempo ho per pensarci?»
Tempo già scaduto
«Vabbe’: più facile che il Napoli riconquisti il terzo posto. Anche se i due punti lasciati al Catania nell’ultima partita restano un rimpianto enorme».
Molti dicono che gli allenatori hanno sempre meriti marginali nel gioco e nei successi delle squadre. Pensa che sia così anche per Mazzarri e Conte?
«Intanto contesto questo modo di pensare che, lo so, appartiene a molti. Certo, salvo casi rari, riconosco che un allenatore se non ha a disposizione grandi calciatori non va da nessuna parte, ma in quanto a Mazzarri e Conte sfido chiunque a dire che nel gioco e nel temperamento di Napoli e Juve non si rispecchino le capacità e i caratteri dei loro allenatori. Per me hanno entrambi grandi meriti».
Bravi, però molto diversi.
«Sono gli uomini a disposizione che li rendono diversi. Al di là di disegni tattici e metodi di preparazione, Mazzarri può contare anche sulla fantasia e sul talento di più d’un giocatore. Conte, invece, ha dovuto esaltare il collettivo per fare quello che sta facendo».
Guardiamo avanti. Coppa Italia a parte, nel futuro immediato tra Napoli e Juve qual è la squadra che vede più vicina ad un successo assai importante? Magari a uno scudetto?
«Non ho dubbi: il Napoli. Perché costruito un po’ alla volta, con scelte felici e con intelligenza, gli manca poco, ormai, per il grande traguardo. Con pochi ritocchi lo vedo pronto per il terzo tricolore. La Juve, invece, sotto questo aspetto deve ancora migliorare. E’ che non ha grandi talenti e invece se vuol vincere non può farne a meno. Per questo la vedo un po’ più lontana da grandissimi successi».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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