«La differenza è elementare: c’è la Juventus che può accontentarsi di dare una ripassata ai libri dello scorso anno senza impegnarsi troppo e chi invece deve studiare da capo come il Napoli, il Milan e la Fiorentina che dal mercato escono rafforzate ma anche assai rivoluzionate». Giampiero Gasperini, ex Inter, Genoa e Palermo, ammette di essere assai intrigato soprattutto dal nuovo corso azzurro di Benitez. Forse perché in comune ha davvero molto con il tecnico castigliano. Tutti e due avete vissuto la vostra esperienza all’Inter con il fantasma di Mourinho? «Una squadra fenomenale, che dopo aver vinto il triplete aveva perso gran parte degli stimoli. Io a Milano sono stato solo tre partite, Rafa credo appena qualcuna in più». Anche lui esonerato da Moratti. «Adesso è diverso. Lo vedo dalle parole che dice, dallo sguardo, dall’entusiasmo con cui si è tuffato nell’avventura con il Napoli. C’è tutto un progetto che ruota intorno a lui: credo che sappia anche di poter commettere qualche errore, perché la fiducia nei suoi confronti è davvero illimitata da parte del presidente De Laurentiis. Il clima è quello giusto: ci vuole pazienza quando si cambia allenatore». All’Inter non era così: i pretoriani e le vedove di Mou vi presero di petto? «Rafa è un allenatore che impone la sua mentalità al gruppo. Se non vi riesce, le sue squadre fanno fatica. Dopo queste prime due giornate mi sembra che a Napoli abbia davvero intrapreso il cammino giusto». Non era neppure facile per Benitez far dimenticare così alla svelta i successi di Mazzarri? «Complicatissimo. Ha riportato in alto gli azzurri, è uno molto pragmatico. È riuscito a far accettare subito il passaggio dalla difesa a 3 a una a 4. Con risultati immediatamente positivi». Cosa le piace del gioco dello spagnolo? «Predica un calcio offensivo, basato sul possesso-palla e su una manovra che deve nascere dalla difesa. Per certi versi ricorda molto il modo di giocare della Fiorentina. In questo momento, la squadra che fa più spettacolo in Italia. E attenzione al Milan: il ritorno di Kakà fa volare le sue chance». Higuain al posto di Cavani. Quale dei due Napoli preferisce? «Difficile trovare un interprete più bravo del calcio totale dell’uruguaiano. Io ho la sensazione che al posto di Cavani ne siano arrivati almeno tre o quattro… e che sia proprio cambiato il modo di vedere il gioco offensivo degli azzurri. Con un fenomeno: Hamsik». «I record del Matador, 104 gol in tre anni, sembrano non facilmente raggiungibile… Cavani non ha però vinto tanto col Napoli. Una cosa è certa: l’Inter più forte è nata dopo che Moratti ha ceduto Ibrahimovic al Barcellona in cambio di Eto’o. E la stessa cosa è successo alla Juve dopo aver venduto Zidane al Real Madrid». Tante novità in formazione. C’è bisogno di tempo per oliare i meccanismi? «Il Napoli si è presentato in condizioni eccellenti al via del campionato, è la squadra che tra le potenziali protagoniste nella corsa alla scudetto ha dato più spettacolo. Benitez sa che il lavoro è decisamente più complesso, visto che in estate sono cambiati radicalmente schemi e interpreti. Ma mi pare che non ci sia molto da sistemare». Ora inizia la Champions: un tour de force che obbliga a delle scelte? «Credo che il turnover sia una pratica che non debba riguardare quelli che stanno in forma. Le rotazioni saranno minime, anche se quest’anno il Napoli ha un organico molto completo. Soprattutto in attacco dove Benitez ha davvero una serie di assi a disposizione da far invidia a Barcellona e Bayern di Monaco». In Europa, Napoli, Milan e Juventus possono togliersi qualche soddisfazione? «La Champions non la vinceremo. Ma di sicuro contro le nostre squadre tutti faranno mille fatiche»
Fonte: Il Mattino
La Redazione
A.F.
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