Marco Giampaolo è tornato e si sta prendendo le sue rivincite. L’Empoli gli ha ridato la grande opportunità di tornare ad allenare in Serie A, dopo, tra l’altro, il suo ritorno in Lega Pro: “E mi sono divertito – racconta l’allenatore di Bellinzona a La Gazzetta dello Sport – allenando giocatori straordinari, sono stato fortunato. Mai stato depresso, mai sfiorato dalla depressione. A Brescia si è approfittato di una cattiva comunicazione. Non ho mai pensato di smettere, il campo è una passione che sento forte. Mi piace l’idea della costruzione di gioco. La credibilità di un tecnico passa dal riconoscimento dei calciatori. Ho sempre parlato lo stretto necessario coi presidenti. E’ un mio difetto”.
Giampaolo racconta come è nato il rapporto con l’Empoli: “Quando ero a Cremona sono venuti i dirigenti empolesi Carli, Accardi e Calistri. Mi hanno detto ‘siamo qui e il presidente è consapevole. Se Sarri va via sei la prima scelta’. Maurizio Sarri è un caro amico. Abbiamo fatto il corso insieme. Veniamo entrambi da un calcio minore. Non siamo stati importanti e ci accomuna anche il fatto di studiare, guardare, aggiornarci. Ad Empoli Ho cominciato pensando al 3-5-2, ma prima di sapere che Saponara restava. Una volta rimasto lui, son tornato al 4-3-1-2 che questa squadra pratica da anni. Saponara è un ragazzo di spiccata sensibilità con un talento smisurato. Zielinski? E’ un fenomeno. E’ una mezzala di qualità, il club lo ha rivoluto, dopo un bel campionato».
Fonte: gdm.com
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