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Già da piccolo era un vincente – Dalla rete al Cittadella fino a quella con il Bayern Monaco

Una collana di perle pregiate. Una collana che Lorenzo Insigne ha cominciato infilare da tempo, prima ancora di diventare uno degli attaccanti di ruolo di Mazzarri nel ritiro di Dimaro: sì, perché se è vero che la saga del Bimbo d’oro è legata a Zeman, con presentazione sul palcoscenico di Foggia e primi show su quello di Pescara, è altrettanto vero che dietro l’epilogo del San Paolo e della partita con il Bayer, c’è anche un’amichevole giocata due anni fa a Rovereto, nel bel mezzo del ritiro di Folgaria vissuto da aggregato Primavera. Due anni tondi tondi (o giù di lì): Napoli-Cittadella 2-1. Cielo sereno, lampi di classe-Insigne.

IL RICORDO – E allora, amarcord. Un gol, quello del definitivo 2-1 realizzato con i veneti, ma soprattutto una giocata che lasciò a bocca aperta: stop morbido davanti all’area di porta e di spalle al portiere, tunnel di tacco all’avversario, dribbling, sguardo rapido e assist a un compagno. Uno spettacolo. Un avviso al mondo: del tipo, io ci so fare. Mazzarri, che lo aveva già fatto esordire in serie A, qualche mese prima a Livorno, guardava e studiava. Magari pianificava il futuro.
A DIMARO – Ecco, oggi quel futuro di un tempo è un presente fatto di partitelle e partite. Di giochetti seminati sin dal ritiro di Dimaro: la serpentina a saltare tre avversari e il destro a rientrare che batte Rosati è soltanto un esempio in famiglia. E poi? Il gol al volo con il Bayern, i giganti tedeschi vice campioni d’Europa, è una perla emozionante che Lorenzo si porterà dietro per sempre; e via con i tre rifilati ai dilettanti trentini all’esordio (testa, destro in area e destro al volo da fuori).
UBRIACANTE – Il gran finale è andato in scena domenica con il Bayer, alla prima stagionale del San Paolo: assist per Hamsik, che fa 1-0 con il Bayer, e poi una sequela di serpentine ubriacanti, a cento all’ora e con il pallone incollato al piede e gli avversari alla schiena, che meritavano più fortuna. Che gran finale. Cioè, che inizio.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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