A raccontare la differenza, è anche il ticchettare dell’orologio. Due ore prima dei compagni – cioè ieri mattina alle nove – Daniele De Rossi ha infatti varcato i cancelli del centro sportivo Bernard Gasset. Per lui terapie, potenziamento, esercizi specifici per neutralizzare il più possibile i danni della brutta botta subita appena sopra il ginocchio contro la Spagna. Oggi di nuovo ha lavorato, col gruppo. Insomma, il centrocampista della Roma non ha ancora rinunciato alla Germania: lotta, lavora duro, ha la sensazione di essere all’ultima grande occasione personale in azzurro (ma Ventura all’inizio lo vorrà nel gruppo) ed è di fatto pronto a “cadere” sul campo piuttosto che rinunciare senza combattere. “Mister, aspettami, io ci provo fino alla fine, non mollo…”, avrebbe ripetuto a Conte ieri. E chi gli sta vicino conferma la sua determinazione nel non voler restare ai margini di una partita che potrebbe davvero aprire prospettive clamorose per una spedizione partita fra lo scetticismo generale e ora promossa dalla critica internazionale come mina vagante. In tempi di slogan senza costrutto, onore a un 32enne che, con i fatti, manifesta attaccamento alla maglia e rispetto per il gruppo. Sia chiaro, per partite titolare con la Germania siamo sempre nel campo delle probabilità, ma quelle di De Rossi sono in lenta e costante ascesa. Nelle prossime ore verrà valutata la reazione di De Rossi ai carichi: sembra miracolosamente pronto per la panchina ma l’ultima parola arriverà solo poco prima della gara. Di positivo c’è che, man mano che si gioca, il dolore cala perché il muscolo si scalda, senza contare che perdere gli allenamenti non è così grave, visto che si tratta di mantenimento. Di negativo c’è che, anche arrivasse il recupero, De Rossi non avrebbe l’autonomia per 90′, e quindi un cambio andrebbe di sicuro fatto.
PROVE TATTICHE — Il c.t. sta apprezzando molto lo sforzo del campione del mondo 2006, ma allo stesso tempo deve preparare il quarto di finale con chi è disponibile, anche in previsione del fatto che l’eventuale De Rossi recuperato non durerebbe più di un’ora: con Belgio, Svezia e Spagna è sempre uscito, giocando al massimo 78′ (all’esordio). E allora si lavora sul solito 3-5-2, con Parolo nel cuore del campo a fare il De Rossi. Difesa intoccabile: i “Bastardi” sono carichi e tutti diffidati, compreso Buffon; con loro contemporaneamente in campo, l’Italia non ha ancora subito gol in questo Europeo. Sulle fasce confermati Florenzi e De Sciglio, provati Sturaro e Giaccherini accanto a Parolo, là davanti Pellè ed Eder sono intoccabili.
LA CARTA DARMIAN — C’è una alternativa: sempre 3-5-2, ma dentro Darmian sulla destra, fuori Sturaro, Florenzi interno. Nel caso in cui De Rossi dovesse farcela, i dubbi di formazione sparirebbero, e in campo scenderebbe la stessa formazione che ha chiuso l’era della grande Spagna. Nelle corde azzurre c’è infine sempre il teorico 4-4-2, da adottare anche a gara in corsa: Buffon in porta; Barzagli, Bonucci, Chiellini e De Sciglio dietro; Florenzi e Giaccherini esterni; Parolo-Sturaro coppia centrale; Eder e Pellè di punta. Resta intanto in infermeria Antonio Candreva, che a sua volta lavora per non avere rimpianti in caso di passaggio del turno: la lesione all’adduttore migliora, e l’esterno della Lazio punta a rientrare almeno per un’eventuale finale.
Fonte: Gazzetta.it
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