Resettare tutto. Dimenticare, magari anche soltanto archiviare, e poi partire come un razzo alla conquista dell’ultimo grande obiettivo di una stagione dimezzata prima ancora di cominciare: vamos, Gonzalo. A suon di gol. A passo di quel tango micidiale che, nella stagione precedente, portò in dote 24 gol e mille sorrisi. Mille speranze profumate di Mondiale e di Champions. Altri tempi? Beh, proprio così. Ma mica tutto è perduto: lo scudetto è lì, va giocato e inseguito. Va puntato e mirato sin da oggi a Marassi.
CHE PAURA. E allora, la seconda stagione italiana del Pipita d’oro. Più che mai dorato, verrebbe da dire, dopo la strana estate di un mercato che ha fatto discutere e, a un certo punto, anche tremare i polsi al popolo azzurro. Oggetto: «Il Barcellona vuole Higuain». Proprio lui, l’uomo del titolo sparato in prima pagina dai grandi di Spagna in pieno Mondiale. Ahia che male: Gonzalo e Messi insieme in Brasile, a lottare fianco a fianco per l’Argentina, e secondo i media iberici anche a discutere di cose catalane. Poi, dopo un po’ di silenzi, arriva lui: «Penso al Napoli» . Parola di Gonzalo e così sia.
LA MALEDIZIONE. Non è stato ciò che immaginava, invece, l’inizio della sua stagione: quella della Champions,. Lacrime di rabbia e incredulità, dopo la notte del San Paolo e la cannonata ferale e beffarda preparata dal Borussia e sparata dai Gunners; sconforto totale a Bilbao: dopo il naufragio non resta che proiettarsi anima e corpo sul campionato. Ma prima di ogni altra cosa serve dimostrare di essere ancora vivi e vegeti, orgogliosi e pericolosi: per gli altri, mica per se stessi.
A TUTTO SCUDETTO. Una garanzia in merito dovrebbe proprio essere la voglia rabbiosa di Higuain: un grande e illustre escluso dal banchetto dei grandi d’Europa che, c’è da scommetterci, farà fuoco e fiamme per conquistare l’Italia. E’ ciò che resta, e onestamente non è poco: sono lustri – non anni – che Napoli sogna di assaporare ancora il gusto dello scudetto, questo smarrito e sconosciuto sin dai tempi di Diego, e questo Higuain lo sa perfettamente. Come anche di recitare un ruolo da primo attore nella ripartenza rapida della squadra: tocca a gente come lui, il campione affamato che lavora per il gruppo, dare una scossa ai compagni e all’ambiente. A partire da oggi.
CUORE E TESTA. Genova per lui, allora, dovrà essere una tappa cruciale: è a Marassi, che il Napoli dovrà dimostrare di saper dimenticare in fretta; è sul campo degli amici, dei gemelli, che gli azzurri dovranno spiegare a tutti di essere ancora in grado di far paura alla Juve, alla Roma, all’Inter e alla Fiorentina. E’ già alla prima, al debutto, che bisognerà rialzare la testa e mettere il petto fuori. Carattere e cuore. Testa e maturità. Esperienza: ne ha da vendere chi ha giocato con il Real e anche la finale Mondiale; ne ha per tutti Higuain. E negli occhi, la rabbia e la fierezza: «Il Napoli deve giocare la Champions» . Comandò così, è andata male: ma le parole e l’orgoglio del Pipita dovranno essere il totem per tutta la stagione. Da Genova con furore.
Fonte: Corriere dello Sport
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro