Il sorriso di Gennaro Tutino spiega quanto il pareggio sia prezioso: perché ottenuto in cima a un match complicato e perché incoraggiante in vista del ritorno. «E’ stata una partita maschia, con tanti falli e contrasti – l’analisi l’attaccante azzurro -: ce la siamo giocata fino alla fine. La Juventus ha dimostrato di essere una grande squadra, nel primo tempo ci ha messo sotto, però abbiamo replicato con grande carattere e ce l’abbiamo fatta». Una buona fetta di merito è sua: la difesa della Juve, per carità, in occasione del gol ha cincischiato (errore di Ruggiero sulla fascia, marcatura inefficace di Untersee, stupore di Branescu) ma dribbling e parabola restano un piccolo capolavoro.
EMOZIONE – Tutino esce a due minuti da termine, otto calcolando il lungo recupero. Esce tra gli applausi dei tifosi azzurri, che non sono molti però si fanno sentire, e tra i fischi dei cuori bianconeri che non gli perdonano d’aver sfilato loro il successo. Sono sedicimila, allo Juventus Stadium: cornice inusuale per ragazzi della Primavera, incantati ma non intimoriti: «E’ una cosa fantastica – dice Tutino -, f orse impianti come questo non ce ne sono. Nel primo tempo l’emozione era davvero grande, poi è passato tutto». Il ritorno si giocherà al San Paolo: la data, dopo il rinvio ottenuto dalla Juve per via delle tante convocazioni in Nazionale, non è stata ancora stabilita, ma il pieno di gente e di passione è scontato: «Il San Paolo è lo stadio della mia città, aspettiamo tantissimi tifosi: ci daranno di sicuro una grande mano per cercare di portare a casa questa coppa».
METAFORA – «Nel primo tempo abbiamo subìto la manovra della Juventus – riconosce anche il tecnico Giampaolo Saurini -: però i ragazzi si sono sacrificati e sono riusciti a tenere botta. Nel secondo tempo, dopo essere andati in svantaggio, non ci siamo spaventati e abbiamo dimostrato di saper giocare a calcio. Partite come questa aiutano a crescere e diventare uomini» . Immancabili i complimenti a Tutino: «Il gol vale da solo il prezzo del biglietto». E la metafora è chiarissima anche stasera, con i cancelli aperti gratuitamente per scelta della società bianconera.
GIOVANI – La Juve ha fatto la partita, ma non ha inciso e adeguatamente concretizzato. Il Napoli, invece, ha superato la falsa partenza, ha retto l’urto e saputo colpire al momento opportuno: «Credo che alla fine il pari sia giusto» esclama Saurini. Di sicuro è un buon viatico in vista del retour match, ma l’allenatore, senza nascondere l’importanza del risultato, chiarisce subito che i giochi restano apertissimi e occorrerà la massima concentrazione: «Ci farebbe piacere vincere la Coppa, però non abbiamo fatto ancora nulla: dobbiamo rimanere con i piedi per terra». Non è solo questione di scaramanzia, le sue parole sono dettate dalla profonda stima che nutre per la Juve: «Abbiamo affrontato una squadra forte, costruita per vincere tutto e che schierava tre fuori quota. Noi siamo giovani e vogliamo far crescere i nostri elementi».
PERCORSO – A Torino ha già dimostrato che la strada è quella giusta. Il percorso di crescita della squadra ha permesso di cancellare a tratti la differenza tecnica e non è un caso che a firmare il pari sia stato un ragazzo del 1996, insieme a Guardiglio e al bianconero Sakor, i più giovani tra i ventidue in campo. Adesso per completare l’impresa c’è l’appuntamento al San Paolo: «Sarebbe bellissimo – conclude Tutino – alzare la Coppa nello stadio della mia città».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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