«Ho realizzato il sogno della mia vita, difendere la porta del Napoli. E adesso scopro anche che il sogno era meno bello della realtà. Perché difendere la porta al San Paolo è un qualcosa di davvero incredibile: i tifosi partenopei sono eccezionali, inimitabili, fanno sentire anche noi giocatori personaggi unici e fortunati» , firmato Gennaro Iezzo. Oppure “jez” come lo chiamano affettuosamente in tanti, ormai per lui perfetta sublimazione di musica preferita (il jazz) e gastronomia. La parte finale appunto dell’acronimo “Luanjez” , ristorante che ha aperto con Gianluca Grava a Recale. Ma lui è di Castellammare di Stabia, innamorato di Napoli e dei suoi tifosi oltre che della sua città e i pungiglioni delle sue “vespe” . Ciuccio, vespa e zebra, mini-zoo in termini calcistici, triangolo spesso ricorrente nella sua carriera, poiché gli incroci ci sono stati, durante quei sei anni di maglia azzurra, dal 2005 al 2011, dalla “C” alla A. E anche prima. Non va dimenticato, tornando alle belle parole d’apertura, che il “belzebù” della porta scelse proprio l’azzurro senza tentennamenti, quando decise di retrocedersi dalla A del Cagliari alla C del Napoli. «Certo che lo rifarei. Sempre e ad occhi chiusi. Napoli è stata una scelta di vita e di fede, un traguardo eccezionale come ho sempre ribadito. Ci sarei rimasto a vita, ma sono tuttavia felice di ciò che mi è stato offerto» . Parole d’amore che trasudano amarcord ed emozione.
Ma tra i flashback, di getto, quali tornano per primi alla memoria?
«Che dire. Ce ne sono tanti e tutti bellissimi. La promozione nella magica giornata di Genova, l’eliminazione proprio in Coppa Italia della Juve, il rigore parato a Kakà, le vittorie sempre con i bianconeri in un San Paolo in delirio».
E’ stato protagonista contro la Juve anche nella sua giovinezza calcistica. Nocerina-Juve andata e ritorno: le ricorda qualcosa?
«Come potrei dimenticare. Quello è stato un altro periodo felice della mia carriera. Nel ’96 difendevo la porta dei “molossi” e come d’incanto arrivò la Juve, una Juve peraltro spietata nelle intenzioni perché Lippi e i suoi volevano liquidare la pratica in un battibaleno. Giocammo l’andata al Partenio (per limiti di capienza dello stadio di Nocera, ndc) davanti a 35 mila spettatori, anche loro increduli. Ma come? Arrivano Del Piero, Boksic, Vieri, Jugovic. Fu chiaramente un assalto e quel giorno mi superai. Al ritorno, in quello che è ora lo Juventus Stadium, c’illudemmo dopo il momentaneo vantaggio, ma poi prevalse la superiorità degli avversari».
Poi, a Napoli invece, arrivò la squadra della sua città…
«Molto particolare anche questo flashback. Il mio cuore era diviso in parti uguali. All’andata la spuntammo (1-0) e ricordo ancora con commozione uno spicchio del San Paolo colorato di gialloblu, mentre al ritorno del Menti (3-1) ci impartirono una severa lezione. Dai miei concittadini arrivano ancora oggi gli sfottò».
«Eh sì. A parte le ginocchia, ho avuto problemi alla schiena per una fastidiosa ernia, poi risolti negli ultimi due anni. Ma era arrivato Morgan e, tanto di cappello. Ricordo invece un 2008 particolarmente tormentato, riuscii a disputare meno di venti partite».
Entriamo in argomento, oggi più rovente che mai. Ma la Juve?
«Che volete che dica. Dalla Coppa Italia l’abbiamo eliminata nel 2006 (terzo turno, 3-3 e 8-7 dopo i rigori). Ne parai uno e poi calciò anche Buffon, mandando fuori, dopo essersi scusato col sottoscritto. Poi però ci restituirono il favore due anni dopo. A parte la Coppa, ho dei ricordi eccezionali soprattutto delle vittorie al San Paolo, il 2-1 del 2008 (Hamsik-Lavezzi) ma soprattutto il 3-1 del 2007 (Gargano-doppio Domizzi) dopo vantaggio di Del Piero. Che feste».
Siamo ad un giorno dal big-match di fine stagione all’Olimpico. Dica la sua allora…
«Juve ancora non appagata di sicuro, ma Napoli ancora più famelico. Stavolta mi voglio sbilanciare: finisce 2-1 per noi con reti di Lavezzi e Cannavaro. Vedrete, penso che il Pocho, in barba alle chiacchiere e ai fischi, giocherà e farà una delle sue migliori partite. Paolo sarà altrettanto “caldo” e pronto a colpire».
Previsioni a ritmo di “jez” .
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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