Gennaro Sardo è uno dei pochi napoletani (più precisamente di Pozzuoli) al mondo che sfida la scaramanzia e che in campo gioca con la maglia numero 17. Lui risponde candido: «Anche Fabio Cannavaro giocava con questa maglia. E ora c’è Hamsik che mi sembra a volte più napoletano di me». 35 anni da compiere a maggio, Sardo è una delle bandiere del Chievo, un quartiere di Verona di quattromila anime che è la prova che si può lavorare bene, inventare progetti e giocatori, restare gente per bene e non andare in bancarotta.
Sardo, due settimana fa il Napoli venne accolto con cori da vomito a Verona. È una città razzista?
«Io ci vivo da sei anni e mai ho vissuto sulla mia pelle episodi di presunta discriminazione. Io non posso che dire bene di questa città altrimenti non ci sarei rimasto così tanto tempo. Diverso quello che succede negli stadi, ma non solo a Verona…».
Questione di cultura sportiva, secondo lei?
«Lo stadio è il posto dove urlano “devi morire” quando l’avversario è a terra. Bianco, giallo o nero che sia il colore della sua pelle».
E lei nel derby di Verona gli ultrà dell’Hellas l’hanno risparmiata?
«Beh, ovvio: no. Appena mi sono alzato per riscaldarmi perché ero in panchina mi hanno sommerso di fischi e insulti. Ma in quel momento ero un avversario, non credo che pensassero al fatto che fossi di Napoli».
171 partite in serie A e 7 gol. Uno pure al Napoli.
«Se segno oggi non festeggio, lo dico subito. Mi feci prendere dall’euforia dopo la rete che feci agli azzurri nel 2011 al Bentegodi. Ero talmente emozionato che alzai la maglia pensando di avere sotto la dedica speciale alla mia famiglia ma l’avevo dimenticata negli spogliatoio».
Che partita sarà?
«La sfida tra una delle squadra più forti d’Europa e una che vive un momento di difficoltà ma che il Napoli farebbe bene a non considerare già spacciata».
Gli azzurri possono vincere ancora lo scudetto?
«Beh, per quello che ho visto nel girone d’andata no… anche se 12 punti non sono poi così tanti. Ma c’è un motivo: la Juve è spaventosamente forte ma male che gli va, poi ha sempre un colpo di fortuna che non la fa mai finire al tappeto».
Per esempio quel gol annullato a Paloschi al Bentegodi?
«Ecco, per l’appunto. È stato un errore dell’arbitro che io fatico ancora a mandare giù: secondo me è cambiata la nostra stagione, perché da quel momento siamo entrati in un tunnel».
Cosa teme di più del Napoli?
«Non ho dubbi: Higuain. È un mostro: si sacrifica per la squadra, fa assist, sa segnare come pochi altri in Italia. All’andata ci fece ammattire ed era appena arrivato».
Se non vince qualcosa quest’anno il Napoli ha perso una stagione?
«Penso che alla fine una coppa la porterà a casa: è una squadra davvero fortissima, magari più in avanti che in difesa ma davvero quando ha il possesso di palla è terrorizzante il modo con cui mette in difficoltà gli avversari».
Fonte: Il Mattino
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