La partita del cuore eccola qua: e mentre la vigilia va consumandosi, Gennaro Iezzo si gusta un po’ di se stesso, della sua giovinezza, delle emozioni vissute tra il Sant’Elia e il San Paolo. La partita del cuore è un tormento ( «però io tifo Napoli: lo sanno tutti i miei amici di Cagliari») che mette a confronto due epoche dello stesso uomo: e in quell’ora e mezza d’un lunedì stranissimo, Iezzo può ritrovarsi senza nostalgia: «Cagliari mi ha dato la possibilità di esordire in A e un anno e mezzo indimenticabile; Napoli m’ha regalato sensazioni uniche, dalla C alla A e poi all’Intertoto e la realizzazione d’un sogno: giocare con la maglia della mia squadra».
Iezzo, per lei che le conosce bene, questa Cagliari-Napoli che partita sarà?
«La più complicata che potesse capitare: c’è uno stadio che apre completamente; c’è una squadra che sta bene e fa punti contro chiunque; c’è una rivalità che contribuisce a rendere elettrica l’atmosfera; ci sono gli ingredienti per renderla ancora più complessa».
C’è un Napoli senza Cavani…
«Ma io confido in Hamsik, che ha le capacità per prendere i compagni per mano. Però è vero che el Matador da solo è capace di qualsiasi cosa: anche a Stoccolma è stato impressionate, s’è guadagnato il rigore e l’ha segnato al terzo di recupero. Un giocatore strepitoso».
E’ sfida tra due giovani goleador…
«Sau e Insigne hanno avuto modo di giocare assieme a Foggia, di coltivare le proprie aspirazioni nello stesso spogliatoio. Io ho visto Sau a Castellammare di Stabia, so quanto vale; e conosco Lorenzo da quando era ragazzino. Li ritengo bravi e decisivi entrambi, però penso che Insigne possa caratterizzare questo match e un po’ me lo auguro».
Il Napoli di Stoccolma s’è preso i sedicesimi di Europa League…
«Ed ha dimostrato di essere grande, di essere cinica, di sapersi spingere al di là delle difficoltà attuali. Non è un momento di particolare ispirazione, ma può capitare; e quando le idee sono un po’ annebbiate, per evitare di ritrovarsi nel bel mezzo di qualche critica, conviene andare dritto al sodo: serviva il risultato e la vittoria è arrivata. Poi ci saranno serate migliori».
Il Cagliari attuale sembra più pronto e meno digeribile dell’Aik.
«E l’assenza di Cavani rischia di pesare parecchio, perché un attaccante come el matador non ce l’ha nessuno. La potenza dell’uruguayano, la sua capacità di vedere la porta, la sua fisicità, la sua personalità hanno un valore assoluto. Però il Napoli ha un organico eccellente. Può contare su Pandev e se Insigne riuscisse ad avvertire un ulteriore pizzico di fiducia…».
Il «calo» del Napoli nelle prestazioni – rispetto al passato – a cosa può essere riconducibile?
«La stagione è cominciata presto, molto presto, ed ha richiesto uno spreco di energie fisiche e nervose notevoli. E’ umano che si possa registrare una flessione. La brillantezza del passato, o anche quella della fase iniziale, è un po’ svanita, ma ci sta che ciò accada. Piuttosto, è l’umore di Mazzarri che spinge a riflessioni».
Incide, secondo lei, un’espressione, come dire?, stanca…
«Vorrei fare una premessa: i risultati ottenuti dal mister sgomberano il campo da qualsiasi interpretazione critica. Pure quest’anno, per esempio, si va avanti in Europa e persino con un turno di anticipo. Però è chiaro che quel broncio, quella vena di malinconia, può magari togliere qualche certezza alla squadra e, inconsciamente, generare qualche incertezza. Ma intanto ci sono i sedicesimi di finale da gustarsi e un terzo posto in campionato che è un premio al lavoro».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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