Quella tra Aurelio De Laurentiis e Luigi de Magistris è la classica storia del «c’eravamo tanto amati». Ora più che mai. Da tempo, ormai, il sindaco, fino a qualche settimana fa onnipresente al fianco de presidente durante le partitedel Napoli, non si vede più. Troppo l’imbarazzo tra le parti dopo il sequestro da 5 milioni di euro dei conti della società azzurra da parte della Corte dei conti. Eppoi lo stadio. Sempre quello. Sul quale la disponibilità a trattare ad ogni costo da parte del Comune non sembra esserci più. Prova ne sono le parole del primo cittadino a Radio Kiss Kiss: «Abbiamo mandato una proposta alla Società Calcio Napoli a proposito della transazione. Il Comune è creditore, la società deve pagare. Poi sulla convenzione metteremo in campo tutte le condizioni a legge vigente per consentire a chi vuole investire di ristrutturare e migliorare l’impianto cittadino, non sono spiccioli ma milioni di euro». Parole chiare, non interpretabili. Anche perché l’occhio attento della Corte dei conti sull’uso di beni pubblici — e il San Paolo lo è — non ammette errori né sconti. Ecco perché appaiono lontani anni luce quei giorni in cui il patron azzurro portava il sindaco a fare il giro dello stadio come fosse un calciatore appena acquistato; oppure quando in piazza del Plebiscito elogiava un de Magistris appena eletto ritenendolo «l’uomo che risolve i problemi di Napoli». Oggi i due a stento si parlano tramite i loro collaboratori e il Napoli — anche qui senza giri di parole — ha mandato un messaggio al Comune: risolviamo la questione stadio oppure andiamo a giocare a Palermo, ha spiegato Alessandro Formisano, braccio destro di De Laurentiis, sempre a radio Kiss Kiss. Solo che stavolta il Comune non ha fatto un gesto. Non si è preoccupato più di tanto delle minacce del Napoli. Segno tangibile che sulla questione stadio, De Laurentiis e de Magistris sono giunti al capolinea.
Fonte: corrieredelmezzogiorno.it
