L’arte dell’esattezza. Campo, regole ferree, nulla è concesso all’improvvisazione. Il duro Walter Mazzarri è il martello dei giorni migliori. Nuovo Napoli, vecchio tecnico. Cioè: maniacale nel lavoro, refrattario ai facili proclami, da combattimento come richiede l’importante doppio fronte campionato- Champions. È lui la certezza di un gruppo attorno a cui i tifosi sognano già un posto fisso nell’elite del calcio.
Nuovo orizzonte – I venti di crisi soffiati sul rapporto col presidente De Laurentiis si sono placati. Il lungo braccio di ferro col datore di lavoro di fine campionato poteva sfociare nel più amaro dei divorzi. Ed invece sul futuro del Napoli risplende il sole: “Il nostro rapporto si è rafforzato”. E l’abbraccio della gente riscalda tutti i giorni il cuore del tecnico, capace di guidare la scorsa stagione il Napoli dalla bassa classifica all’Europa che conta. Così l’allenatore ha ritrovato serenità e motivazioni al 100%, niente più ombre attorno alla panchina: come sembra lontano quell’accordo stracciato con Gasperini…
Metodo – Fin dal primo giorno di ritiro, Mazzarri ha imposto il suo metodo e il modulo d’ordinanza, il 3-4-2-1: “Io e i giocatori siamo concentratissimi: questo è il momento più importante”. E i suoi hanno subito capito l’antifona. Per dire: De Sanctis, che a nome di tutti i compagni aveva chiesto di ritardare un pò un allenamento, è stato tenuto per 40′ a rapporto davanti al resto della squadra. “Qui comando io”, ha chiarito il mister. Cheha subito catechizzato i nuovi con colloqui personalizzati. Guai a chi sgarra, specie sugli orari: massacrante il lavoro, con le ripetute in salita (42′) che stanno esaltando le doti di Dzemaili, Maggio e Dossena, frenetiche le sessioni tattiche.
Orgoglio – La difesa a 3 (già vista all’opera nel primo test stagionale), la qualità del calcio (Il modulo non cambia, forse solo l’Udinese ha fatto bene quanto noi in termini di risultati e di gioco»), la sfida lanciata a chi ha i top player in Serie A, le vecchie e nuove certezze in campo: da Britos a Inler, fino al trio d’attacco Hamsik-Cavani-Lavezzi. “La Champions per chi fa il nostro mestiere è il massimo”, gonfia il petto il tecnico. E De Laurentiis gli ha offerto ieri l’assist: “Mazzarri avrà sempre carta bianca, lui è stato il mio primo acquisto”. Come un filtrante verso la porta. E Walter sottoporta, come quando giocava da erede in pectore di Antognoni, non sbaglia quasi mai.
Fonte: Gazzetta dello Sport
La Redazione
S.D.
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