«I tifosi mi fermano ed in dialetto non fanno altro che chiedermi di tirar fuori i soldi». Parole di Aurelio De Laurentiis, pronunciate appena poche settimane fa. Una richiesta che il presidente del club azzurro tradusse scherzando in unmaccheronico «spend the money» all’inglese. Quella frase è diventata un tormentone, ma probabilmente adesso nessuno potrà più rivolgerla a De Laurentiis. Il presidente del Napoli è sin qui il re del mercato, con quasi 40 milioni di euro già investiti per rinforzare la squadra in vista della prossima stagione.
Fair play Mentre l’Inter fa i conti con il fair play finanziario, il Milan punta sui parametri zero (Mexes e Taiwo) e tira la cinghia per il lodo Mondadori e la Juve va ancora a caccia del suo top player, il club azzurro ha fatto irruzione sul mercato senza badare a spese. «Con me, il Napoli non fallirà più-ha ribadito De Laurentiis -. Il bilancio viene prima di tutto». Poiché è particolarmente florido (quello del 30 giugno 2010 ha fatto registrare un attivo di 53.490.609), il presidente non si è tirato indietro dinanzi alla richiesta da parte di Walter Mazzarri di allestire un organico competitivo per la Champions. Così, due giorni dopo la fine del campionato ha trovato l’accordo con l’Udinese per Inler sulla base di 15 milioni di euro (più la seconda metà di Denis valutata 2,5 milioni), poi ha preso Dzemaili dal Parma per 7,5 milioni, Rosati dal Lecce per 3,3 milioni e ora Britos dal Bologna per 9 milioni. Soldi cui vanno sommati i 3 milioni investiti a gennaio per portare a Napoli da quest’estate il difensore argentino Fernandez: in totale, siamo a 37,8 milioni già immessi sul mercato (senza considerare gli ingaggi che saranno corrisposti a Santana e Donadel, che erano svincolati).
Politica finanziaria «Paperone» Aurelio non ha, però, cambiato la sua politica finanziaria: «Preferisco spendere qualcosa in più per i cartellini dei giocatori, ma calmierare i loro ingaggi», spiegò tempo addietro. Da qualche anno continua a muoversi in tal senso ed i risultati gli danno ragione. Ecco perché soltanto Cavani, Hamsik e Lavezzi (in attesa della attesa firma di Gokhan Inler) sfiorano uno stipendio da 2 milioni all’anno.
No alle prime donne Per De Laurentiis non ci devono essere prime donne nello spogliatoio e quindi neppure eccessive differenze tra i giocatori per quanto concerne gli emolumenti. Sotto questo punto di vista non verranno fatte eccezioni. Ecco perché sarà difficile poter vedere in azzurro Vidal (che chiede 2,8 milioni di ingaggio), anche se il Napoli è pronto ad investire ancora per un centrocampista, qualora dovesse andar via Walter Gargano, ed un’attaccante di scorta. Palacios del Tottenham è valutato 12 milioni, Trezeguet invece arriverebbe a costo zero. Con 50 milioni, dunque, De Laurentiis avrebbe completato il mosaico. Nessuno «spend the money» come lui.
La Redazione
C.T.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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