Niente gol, ma nel pugilato avrebbe vinto la Fiorentina. È piaciuta di più in quel primo tempo che meritava di chiudere in vantaggio (De Sanctis al 42’ ha letteralmente tolto dalla rete un’inzuccata ravvicinata di Natali) non solo per le palle-gol, ma per il rendimento offerto dai singoli e dall’insieme che è stato superiore a quello di un Napoli (tornato in formazione tipo) che non è riuscito a sviluppare le sue trame veloci anzitutto per l’accorta disposizione tattica di Mihajlovic. Una squadra, quella viola, difficile da superare sulle fasce e assai mobile a centrocampo con la novità Behrami in versione centromediano metodista: un uomo-ovunque sempre pronto ai raddoppi. Il San Paolo ha dovuto ammirare un avversario sempre pronto a ripartire con il vivacissimo Cerci e il folletto Jovetic laddove il Napoli stentava troppo a imbastire azioni pericolose e non arrivava mai al tiro.
Che furia Mazzarri per arginare la furia Cerci (se continua così Prandelli ne farà un titolare azzurro) ha tenuto Dossena spesso sulla linea di difesa, con il giovane Fideleff (riproposto dopo l’errore di Verona,mapoi sostituito con il più esperto Aronica) che si è dedicato costantemente alla sgusciante ala viola. Il Napoli non riusciva a vincere duelli in mezzo al campo con Inler (prova senza acuti) e Gargano (troppo impreciso) tenuti bene da Montolivo e Munari. Di conseguenza i palloni arrivavano lenti davanti dove il Pocho girava a vuoto e il solo Zuniga riusciva a trovare qualche spunto felice vanificato poi da cross facilmente neutralizzabili.
Quel Cavani In questo quadro di palesi difficoltà azzurre acuite dalla serata di scarsa vena vissuta da Hamsik è stata la Fiorentina a fare… il Napoli nel senso delle ripartenze veloci e puntuali che hanno tenuto il portiere azzurro sul chi vive. Oltre alla paratissima su Natali da segnalare le conclusioni insidiose di Montolivo (31’) e Jovetic (35’). E Cavani? Si è visto in una sola occasione… e stava per fare gol. É accaduto quan do Lavezzi ha battuto una punizione da centrocampo servendo un rasoterra invitante al Matador che in giravolta ha ben indirizzato il diagonale mancino: con Boruc fuori causa il pallone si è perso di un soffio a lato.
Il rigore La Fiorentina ha avuto guizzi interessanti anche all’inizio (Cerci e Montolivo), e alla fine (Romulo dalla distanza) di una ripresa in cui gli azzurri, a partire da una sventagliata di Inler (15’), si sono riversati in massa nella metà campo avversaria cercando prima la giocata di fino (Zuniga e Cavani falliscono preziose rifiniture) e poi tentando l’assalto pure con i difensori. In questa fase di predominio nervoso e anche atletico Aronica è risultato il più pericoloso, mentre Zuniga ha reclamato un rigore per un cross respinto di mano da Pasqual che non era a breve distanza. Dagli spalti la protesta è apparsa fondata. Mazzarri si è giocato nel finale la carta Pandev e ha poi concesso una passerella all’ex Santana senza ricavare ulteriori sussulti. Mihajlovic ha fatto ricorso alla panchina per congelare una situazione che gli andava bene. Il Napoli sa già di essere una grande squadra e accetta il verdetto con realismo; la Fiorentina da ieri sera ha cominciato a credere di più nelle proprie risorse.
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