Kalidou Koulibaly, appena ventiduenne, non si fece condizionare dalla critica, spesso severa nei suoi confronti, e nemmeno dalle scelte dell’ex allenatore napoletano che gli preferì Britos, dopo qualche settimana. Insomma, si era sentito sfiduciato, il difensore francosenegalese, scartato senza mai avere più la possibilità di riabilitarsi: si era persino detto che lo scarso rendimento di Albiol dipendesse proprio dal fatto di non avere al fianco un compagno alla sua altezza. Sciocchezze. Anche perché il tempo ha dimostrato il contrario, ha evidenziato che il rendimento dello spagnolo è migliorato parecchio, potendo contare proprio sull’apporto di Koulibaly, giovane di poche chiacchiere, che preferisce la concretezza alle parole. La trasformazione è avvenuta per mano di Maurizio Sarri che su di lui ha puntato dritto dopo aver constatato che Chiriches può essere solo un buon panchinaro in campionato, nonostante sia il capitano della nazionale di Romania. Col nuovo allenatore, Koulibaly si è messo alle spalle il primo periodo napoletano che avrebbe scoraggiato chiunque, ma non lui. Nel ritiro di Dimaro, nella scorsa estate, è arrivato concentrato, convinto di poter battere la concorrenza e di diventare un punto fermo del nuovo progetto affidato a Sarri. Ed è sulle Dolomiti che il ragazzo ha cominciato a sorprendere per la sue qualità fisiche e per la condizione atletica.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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