Higuain c’è e lotta assieme al Napoli. Per ora trotterella, ma che importa? Basta che vada a raccogliere il pallone fuori dal campo e la gente si infiamma, tenta un allungo e scattano gli olé, si avvicina alle recinzioni e parte l’urlo della folla. Non è ancora pronto e oggi non scenderà in campo col Cittadella (ore 17.30) nella gara che chiuderà la prima fase di preparazione ma ai tifosi basta che ci sia, anche da spettatore. Troppa era stata la paura di vederlo altrove, vanificando l’opera di rinnovamento post Benitez al confine di un guado: senza di lui, una buona, dignitosa squadra da Eurozona. Con lui, obiettivo Champions. Sarri lo sa. Finora non lo ha avuto a disposizione, ma non vede l’ora di mettere Higuain al centro dell’attacco. E del progetto.
INCUBI — Paura numero uno: De Laurentiis, che l’anno scorso di questi tempi non prese praticamente nessuno, dopo aver accontentato Sarri con Valdifiori, Allan, Reina, Hysaj e Chiriches, per recuperare le perdite poteva vendersi il pezzo pregiato. Paura numero due: e se si fosse invece stufato Higuain, ancora senza Champions, nonostante 29 gol stagionali vanificati dalle scelleratezze della difesa? L’estate, per i tifosi del Napoli, finora si era consumata fra questi tormenti. Né a rasserenarla erano arrivate mezze frasi dei procuratori, le offerte dall’Inghilterra, gli scatti di nervosismo del Pipita, messo in croce per il rigore sbagliato in Copa America. Tutto risolto? Higuain resta ma ha chiesto garanzie, e si tratta sul rinnovo fino al 2019, con aumento a 6 milioni. Con una via di uscita vantaggiosa anche per la società, cioè l’abbattimento della mostruosa clausola di 94 milioni che ha tenuto lontano i corteggiatori. Dovesse il Napoli fallire ancora la Champions, le strade si dividerebbero. Il Pipita strapperebbe un altro contratto da top player in Europa e De Laurentiis, con la sua cessione, realizzerebbe l’ennesima vittoria finanziaria
Fonte: Gazzetta dello Sport
